Le migrazioni sono uno dei tabù più radicati nel nostro Paese, circondate spesso da falsi miti e false credenze dovute alla poca consapevolezza, alla paura del diverso e al pregiudizio. Infatti se davvero ci prendessimo l’impegno di conoscere coloro che riteniamo diversi scopriremmo che poi tanto diversi non sono. Alcuni politici, con la complicità dei mass media, tendono a giocare sul timore già presente nelle persone andando a provocare un rifiuto verso gli immigrati tramite l’imprecisione e la superficialità nel raccontare fatti di cronaca. Spesso, in caso di stranieri, vengono presentati i protagonisti dei fatti in base al luogo d’origine, alimentando inconsapevolmente il disprezzo verso queste persone e causandone un progressivo isolamento dalla società. Secondo le ricerche del giornalista Maurizio Corte, nell’83% dei casi il ruolo del soggetto immigrato appare negativo e nel 56% dei casi si parla di straniero in relazione alla criminalità. All’immigrato, etichettato come elemento da allontanare, vengono tolte possibilità di lavoro e quindi di integrazione, facendolo entrare in un circolo vizioso che in alcuni casi vede come scelta obbligata il lavoro in nero, in totale assenza di diritti, come unico mezzo di sostentamento per se stesso e per la propria famiglia. È quindi la società stessa, per lo scarso approfondimento dei fatti, a creare il problema di cui si lamenta.
Un altro degli stereotipi principali è legato all’aspetto economico. Non conoscendo la realtà dei fatti, molti ritengono che l’immigrazione rappresenti una perdita di denaro statale e si sentono derubati a vantaggio degli stranieri, mantenuti in comunità pubbliche. A una persona che sente la parola “migrante” infatti viene subito in mente il rifugiato politico che arriva in Italia sui barconi, quando in realtà l’afflusso migratorio in Italia, secondo uno studio ISTAT, proviene per il 52,8% dall’est Europa e porta un concreto profitto economico. Emblematico è lo studio della fondazione Leone Moressa che testimonia come nel 2015 ci sono stati 3,9 miliardi di euro in entrata nelle casse pubbliche grazie a lavoratori stranieri.
Alla luce dei fatti possiamo affermare che essendo questo fenomeno radicato nella nostra società non possiamo fare altro che informarci meglio a riguardo, abbandonando tutti i pregiudizi ed immedesimandoci nelle difficili situazioni che costringono queste persone ad abbandonare lo stato natale in cerca di un posto migliore per sé e per la proprie famiglie. In quanto abitanti del Mondo, dobbiamo aiutare e facilitare la loro integrazione all’interno della società. In questo campo ProgettoMondo Mlal si impegna a creare ponti di scambio culturale tra paesi diversi in modo da sensibilizzare le giovani generazione alla conoscenza del diverso, con lo scopo di abbattere il muro di pregiudizi, come ad esempio è stato fatto nel 2015 con un programma di scambio tra una scuola di Cuneo e una di Beni Mellal in cui i giovani di entrambe le città hanno potuto conoscere uno stile di vita diverso dal loro tramite la creazione di video.
Martina Coati e Edoardo Cappelletto
Studenti del liceo classico Maffei, progetto alternanza scuola-lavoro
Alla luce dei fatti possiamo affermare che essendo questo fenomeno radicato nella nostra società non possiamo fare altro che informarci meglio a riguardo, abbandonando tutti i pregiudizi ed immedesimandoci nelle difficili situazioni che costringono queste persone ad abbandonare lo stato natale in cerca di un posto migliore per sé e per la proprie famiglie. In quanto abitanti del Mondo, dobbiamo aiutare e facilitare la loro integrazione all’interno della società. In questo campo ProgettoMondo Mlal si impegna a creare ponti di scambio culturale tra paesi diversi in modo da sensibilizzare le giovani generazione alla conoscenza del diverso, con lo scopo di abbattere il muro di pregiudizi, come ad esempio è stato fatto nel 2015 con un programma di scambio tra una scuola di Cuneo e una di Beni Mellal in cui i giovani di entrambe le città hanno potuto conoscere uno stile di vita diverso dal loro tramite la creazione di video.
Martina Coati e Edoardo Cappelletto
Studenti del liceo classico Maffei, progetto alternanza scuola-lavoro
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