mercoledì 8 ottobre 2014

Il mondo a scuola, a scuola del mondo

In moltissime classi delle scuole della provincia di Cuneo vi sono studenti marocchini provenienti da Beni Mellal e dalla vicina Khouribga, spesso accanto ad altri stranieri; la loro vita a scuola è simile a quella dei compagni ma tra essi il ritardo scolastico raggiunge livelli molto alti soprattutto per i maschi. Le ragazze, più determinate, studiano tantissimo ma in modo mnemonico. Apparentemente sono ormai integrati ma le loro famiglie vivono spesso isolate; le madri non vogliono neppure imparare le lingua nell’attesa che i figli si accasino, magari tornando alla casa in Marocco.
Nelle ultime settimane, 30 insegnanti delle 73 scuole della provincia di Cuneo aderenti al progetto “Il mondo a scuola, a scuola del mondo” della Fondazione Crc, hanno partecipato a un viaggio studio in Marocco, realizzato in collaborazione con l'Ong ProgettoMondo Mlal, per conoscere da vicino la regione di Tadla Azilal, l'area da cui proviene la maggior parte della popolazione marocchina presente in provincia di Cuneo.
La Fondazione Crc, che da tre anni promuove il progetto “Il mondo a scuola, a scuola del mondo” sui temi dell’educazione interculturale, e la Giunta di Dirigenti che coordinano le attività, hanno accolto la proposta dell’Ong ProgettoMondo Mlal, che interviene attraverso programmi di sviluppo in America latina e in Africa, prioritariamente orientati ai temi dello sviluppo psicofisico, culturale e sociale di bambini, adolescenti e giovani, appartenenti a fasce sociali vulnerabili. Un viaggio pensato per acquisire elementi di conoscenza dell'antropologia culturale marocchina, al fine di rendere più efficaci i percorsi di inserimento scolastico degli alunni di origine marocchina (e straniera in generale) che frequentano le scuole della provincia di Cuneo, contribuendo alla gestione pedagogica e didattica dei cambiamenti in atto nella scuola e nella società, attraverso lo strumento dello scambio interculturale.
Gli insegnanti hanno conosciuto un mondo pieno di contraddizioni, dove la crescita economica convive con livelli di povertà significativi; lo sviluppo punta sulla scuola e sull’educazione, per non lasciare spazio a estremismi politici, lo Stato fornisce i libri per contrastare l’abbandono, le comunità locali istituiscono le mediateche per accrescere lo spazio scolastico su base volontaria, le politiche educative si interessano a sistemi diversi mettendosi serenamente in discussione. La ragazza col velo
che discute alla pari con i suoi insegnanti, i docenti che lavorano gratuitamente al pomeriggio con studenti motivati ad apprendere sono aspetti significativi di questo Paese d’emigrazione, divenuto recentemente anche di accoglienza. Qui ci si preoccupa seriamente dell’emigrato che torna disorientato e privo di voce, non conosce l’arabo classico, ha dimenticato il marocchino e parla un francese stentato, come razionalmente si esaminano le tendenze all’intolleranza nei confronti della recente immigrazione subsahariana, cercando rimedi efficaci.
Nell’affrontare queste problematiche in sé già note, quello che ha sorpreso e determinato l’entusiasmo degli insegnanti cuneesi è stata la percezione di una fiducia sincera nella scuola, intesa come elemento che fa la differenza, come base anche tradizionale del sistema sociale, nonché la consapevolezza condivisa che il nostro Paese ha avuto un ruolo fondamentale e positivo nell'accoglienza dei bambini e dei ragazzi immigrati, predisponendo attività di vario genere per il loro inserimento, estese, peraltro, anche agli adulti.
Un’insegnante partecipante, a nome dei colleghi di entrambi i gruppi, ha dichiarato con entusiasmo che «Vivere il Marocco, a contatto con la gente e con chi vive la cooperazione, è stata un’esperienza estremamente arricchente sia culturalmente sia umanamente, e ci ha aiutato a non fare ciò che dice un proverbio africano, ossia “l’occhio dello straniero vede solo ciò che già conosce”».

Cuneo, 6 ottobre 2014

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