Mozambico è alla vigilia del voto: il 15 ottobre gli elettori sceglieranno Presidente e membri del nuovo Parlamento.
La vera novità di questo appuntamento elettorale è rappresentata dalla ridiscesa in campo di Afonso Dhlakama, leader della Resistenza Nazionale Mozambicana (Renamo), da due anni esiliatosi nella Provincia di Sofala da dove comunque ha continuato a impartire ordini ai suoi per tenere sotto pressione il governo, colpevole, a suo dire, di non rispettare l’Accordo di Pace firmato nel 1992.
Uscito allo scoperto circa due mesi fa, Afonso Dhlakama è riapparso a Maputo per siglare la tregua tra gli ex guerriglieri della Renamo e forze governative del Fronte di Liberazione Nazionale del Mozambico (Frelimo). L’intesa, che dovrebbe simboleggiare la fine della crisi politica e militare del Paese, ha in calce la data del 5 settembre e appunto le firme del leader della Renamo, Afonso Dhlakama, e del Presidente del Mozambico, Armando Guebuza.
Sostenitori di questo accordo sono stati gli ambasciatori d’Italia, USA, Portogallo, Botswana e l’Alto Commissariato dell'Inghilterra. Le cessate ostilità militari tra le due forze hanno portato a un inizio del processo di smilitarizzazione e reinserimento delle forze residue della Renamo, alcuni nella vita civile in attività economiche e sociali e altri nelle forze armate del Mozambico e nella polizia mozambicana.
La legge che sancisce l’accordo è stata promulgata e approvata dalll'Assemblea della Repubblica, ma si tratta di una provocazione perché, sia nell’accordo di Roma (1994) che nell’accordo di Maputo (2014), si sostiene che le rispettive leggi furono firmate in un "principio di buona fede". Inoltre, è prevista una Missione di Osservatori Militari Internazionali (Emochim) composta da 9 Paesi (Africa del Sud, Botswana, Italia, Zimbabwe, Kenia, Cabo Verde, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti) che dovrebbe garantire l’applicazione dell'accordo. Il periodo di monitoraggio, che durerà 135 giorni, è però stato avviato da pochi giorni, il 30 settembre.
Ad ogni modo, proprio grazie a questa intesa, è stata sancita la libera partecipazione di Afonso Dhlakama alla campagna per le elezioni presidenziali alla quale concorrono dunque tre partiti politici: Mdm (Movimento Democratico del Mozambico) con Daviz Simango, Frelimo (Frente di Liberazione del Mozambico) con Filipe Nyusi, e Renamo (Resistenza Nazionale del Mozambico) con Afonso Dhlakhama.
A pochi giorni dal voto, la maggior parte dei mass media si limita a descrivere l’agenda politica di ogni candidato, a citare alcune parti dei comizi, evitando commenti, interpretazioni e analisi. Soltanto due giornali si sono spinti a offrire anche qualche elemento critico.
Sul giornale “Savana”, Jorge Rebelo – una delle ultime figure morali del Movimento di Liberazione tra i fondatori del – confessa in un’intervista la sua delusione per l’attuale dibattito politico in cui – dice – vede poche prospettive visto che la Frelimo “non accetta critiche” e “men che meno sa fare auto-critica”, mentre il Mdm è ancora nella fase embrionale e la Renamo non costituisce un’alternativa di stabilità e di sviluppo per il Paese.
Il mensile della chiesa cattolica “Nova Vida”, bolla questa campagna elettorale come un “bombardamento” di promesse e di immagini di “candidati sorridenti” disposti ad “immolarsi per il bene del popolo”. Inoltre, la stessa testata, ironizza sulla parola “paura” facendo notare che in Mozambico esistono partiti che temono che il popolo possa smettere di avere paura così come i politici hanno paura del cambiamento e dunque di perdere gli attuali “favori”. Su questo assunto, “Nova Vida” raccomanda ai propri lettori di non “vendere” il proprio voto in cambio di capulane (tessuti tipici africani, ndr), fazzoletti, magliette, cappelli e altri articoli, distribuiti nel corso di questa campagna, di non lasciarsi influenzare dalle immagini falsate che trasmettono TV e radio ma di scegliere con calma e cognizione il proprio candidato.
In queste settimane gli elettori mozambicani sono subissati dai discorsi dei diversi candidati basati essenzialmente su due soli punti: l’auto-definizione e la ripetizione fino alla noia della storia nazionale (i protagonisti dell’ indipendenza nazionale, la storia di un paese democratico, ecc.) e la lunga lista di ciò che costruiranno: scuole e ospedali, strade e pozzi, ecc.
E d’altra parte è sempre stato cosi... Dalle prime elezioni multipartitiche (1994, 1999, 2004, 2009) temi e discorsi girano sempre attorno a questi due assi, eppure da allora poco è cambiato.
Il cittadino, “attivo” per definizione, non si limita all’atto di votare, ma partecipa alla vita sociale e politica del Paese. Guardando alla storia del popolo mozambicano, emergono quattro esempi recenti di cittadinanza attiva: 1. La denuncia delle terribili condizioni di vita della popolazione rilocalizzata dalle imprese minerali e petrolifere in Moma (provincia di Nampula), Moatize (provincia di Tete) e Palma (provincia di Cabo Delgado). 2. Le manifestazioni a Beria e Maputo contro i saccheggi e il ritorno alla violenza armata. 3. Le proteste contro l’aumento delle “regalie” ai deputati. 4. La denuncia per lo scandalo degli 850 milioni di dollari americani prestati al Governo per l’acquisto di una nave da pesca per il tonno.
Questi quattro episodi vengono unanimemente considerati esempi di “cittadinanza attiva” nella misura che, ogni volta che gli interessi e i diritti della popolazione vengono messi in dubbio o vengono meno, prevalgono gli ideali dell’interesse comune, della solidarietà e della partecipazione per cause sociali, politiche ed economiche.
Consapevoli delle poche alternative politiche oggi sul tappeto, si aspetta comunque fiduciosi la scadenza del 15 ottobre, nella speranza che gli elettori non si lasciano troppo manipolare dagli slogan, ma riescano a fare buon uso del loro diritto a scegliere.
Cristina Danna
Casco Bianco Nampula
ProgettoMondo Mlal Mozambico
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento