Dopo quasi 5 anni dall’ultima, si è tenuta, a Bari il 27 e 28 marzo scorsi, la 4° Conferenza Nazionale sull’Infanzia e sull’Adolescenza organizzata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
L'appuntamento, dall’incoraggiante titolo "Investire sull’infanzia", e dedicato quest'anno a Cocò e Domenico, i due bambini uccisi dalle cosche mafiose a Cassano Jonio e Palagiano, ha voluto richiamare l'attenzione sull'importanza di un investimento precoce sui bambini in termini di ritorno economico per la comunità e ha rappresentato un importante momento istituzionale di ascolto, elaborazione e partecipazione sui temi che interessano, non solo gli addetti ai lavori, ma anche bambini, ragazzi e famiglie.
Invece degli 800 partecipanti previsti, la segreteria ha registrato circa 1400 presenti, tra operatori, amministratori, studiosi, rappresentanti di istituzioni, associazioni e altre realtà, esperti del settore, gruppi di giovani e studenti desiderosi, come noi, di capire come si muoverà il Governo a proposito del prossimo Piano Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza.
Giuliano Poletti, Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ha affermato che investire sull'infanzia "è una scelta fondamentale per ogni comunità e che occorre pensare al futuro, costruire politiche che ci aiutino ad arrivare agli obiettivi". Obiettivi che possono realizzarsi –ha sostenuto il Ministro– solo con "una grande collaborazione tra tutti i soggetti che si occupano di infanzia e adolescenza" e ha sottolineato che "investire sull"infanzia non è solo una scelta di ordine etico, ma è conveniente", e ha parlato di temi cruciali, quali il calo delle nascite, la povertà minorile, la dispersione scolastica e l'emergenza educativa.
"La relazione educativa è sempre una relazione di reciprocità. I bambini non sono solo persone da educare, ma anche persone da cui apprendere", ha poi ricordato anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, confermando la posizione che sul tema "infanzia" ha abbracciato da sempre anche la nostra organizzazione.
Nel pomeriggio si sono tenute invece quattro sessioni parallele, dedicate ad argomenti legati tra loro dal tema del convegno "Investire sull'infanzia", filo rosso della conferenza: Bambini e povertà delle famiglie; Bambini e ragazzi fuori dalla propria famiglia; Dall'integrazione all’inclusione; Servizi socio educativi per la prima infanzia: pari opportunità di partenza?
Come associazione Mlal abbiamo partecipato nello specifico al terzo atelier dove abbiamo ritrovato esperti che già conoscevamo e che ci hanno accompagnato nel nostro percorso sull’educazione all'intercultura e allo sviluppo, al protagonismo e alla partecipazione delle nuove generazione a Sud come a Nord del mondo.
L'evento è proseguito il giorno dopo con un intervento dei ragazzi coinvolti nel progetto "Partecipare, infinito presente", promosso dal "Pidida", Coordinamento per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a cui aderisce anche ProgettoMondo Mlal. Due ragazze poi si sono fatte portavoce di tutti i giovani che hanno partecipato al percorso svolto in alcune regioni italiane, dove ormai da qualche anno si sono costituiti i gruppi Pidida regionali: ad esempio Liguria e Veneto sui quali anche noi siamo coinvolti.
A seguire molto interessante è stata la restituzione dei lavori di gruppo (che potrete trovare a questo link qui) e una tavola rotonda a cui hanno preso parte i referenti di alcuni network (Pidida – Per i diritti dell’Infanzia e Adolescenza, Batti il 5 - Agesci, Arciragazzi, Cgil, CNCA, Ordine Assistenti Sociali, Save the Children Italia, UNICEF Italia, Gruppo CRC – Gruppo di Lavoro sulla Convenzione dell’Infanzia e Adolescenza) che hanno dato voce al mondo dell'associazionismo nazionale e internazionale perché fosse rimarcata la necessità di istituire un Osservatorio Nazionale sull'Infanzia e Adolescenza, fin troppe volte promesso e mai realizzato, ed esposto le aspettative rispetto al Piano nazionale infanzia annunciato dal Ministro Poletti.
L'affermazione, trasversale nella successiva restituzione dei quattro gruppi di lavoro e dei network del mondo associativo, è stata la necessità di una cultura dei diritti umani più diffusa e su cui investire, anche in termini economici.
Questo perché siano esigibili i diritti dei bambini soprattutto in un momento come questo, dove la crescita delle diseguaglianze sociali è in aumento e nel quale la crisi colpisce soprattutto l'educazione, rendendo fragile il nostro capitale umano.
Rossella Lomuscio
Mlal Onlus
lunedì 14 aprile 2014
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