La
settimana del Festival si apre con tre prime nazionali e la replica
pomeridiana delle prime visioni già proiettate durante il weekend.
Sarà una settimana intensa, che vedrà alternarsi gli appuntamenti
in sala a momenti culturali in libreria, presso l’associazione
Interzona e il teatro Camploy. La cultura africana contaminerà
Verona in diverse parti della città, andando oltre il cinema,
presentando libri e progetti, con uno sguardo attento al sociale.
I
FILM
Al Cinema
Stimate, alle 21,
è in programma la prima
visione nazionale
del cortometraggio namibidiano Eembwiti
(di Perivi
John Katjavivi), in cui si ripropone la tematica della
globalizzazione. Nei 12 minuti di girato si assiste al confronto
generazionale e alla crescente perdita delle tradizioni di una
famiglia cittadina, al rientro nella casa natia per una visita alla
vecchia nonna. Attraverso una semplice, ma suggestiva descrizione
dell'attività agricola, l’anziana offre ai nipoti una visione
affascinante e sacrale della vita e dell'orgoglio di questo Paese. A
seguire, un’altra prima nazionale, questa volta un lungometraggio
che arriva dal Malawi: The
last fishing boat
(di Joyan Shemu), ch e racconta la storia di un turista che si
innamora della terza moglie di un poligamo, la quale dovrà scegliere
tra il marito e il ricco straniero, mettendo in discussione la
propria tradizione.
In
contemporanea, al cinema
Santa Teresa, verrà
proiettato il documentario in concorso Call
Me Kuchu (di
Katherine Fairfax Wright e Malika Zouhali-Worrall, Uganda/Usa). Sugli
schermi del Festival africano arriva il discusso
tema dell’omosessualità
attraverso la storia dell’ultimo anno di vita dell’attivista gay
ugandese, David Kato, e della sua lotta contro la legge che
stabilisce la carcerazione per gli omossessuali e i malati di Aids.
Sempre
alle 21, al teatro
Camploy, prosegue
la Sezione Viaggiatori e Migranti, con l’italiano Ferrhotel
(di Mariangela Barbanente), in cui si raccontano le vicende di un
piccolo albergo a Bari che diventa casa rifugio per un gruppo di
ragazzi e ragazze somale, e la loro voglia di riscatto attraverso il
lavoro. A seguire la prima visione nazionale dello spagnolo Velingara
Theatre (di
Javier Arcos Campillio e Javier Jarillo Siles). Nel sud del Senegal,
a Velingara apunto, degli adolescenti sognano di diventare attori
teatrali. Per riuscirci dovranno combattere non solo contro le
proprie paure, ma contro le famiglie e la società.
LE
REPLICHE DEL POMERIGGIO Alle 18.30,
al cinema Santa Teresa
verrà proiettato Lyiza
(di
Marie-Clementine Dusabejambo), la storia della giovane ruandese
protagonista del cortometraggio omonimo, e Nairobi
half life
(di David Tosh
Gitonga). Contemporaneamente, al teatro
Camploy ci
sarà la replica di Soubresauts
(di Leyla Bouzid, Tunisia / Francia), il cortometraggio che racconta
la vicenda di una ragazza della borghesia tunisina che subisce
un’aggressione, e del lungometraggio Taka
takata
(di Damir Radonic), l’esilarante commedia sudafricana su una
sgangherata squadra di calcio di Johannesburg.
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