Il martedì del Festival prosegue con il terzo e ultimo
appuntamento della RETROSPETTIVA. IL CINEMA DI RACHID. Nello Spazio culturale
della Fondazione San Zeno di via
Mazzini 2, Verona, alle 17, il
regista algerino presenta al pubblico IL PANE NUDO, film ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore
marocchino Mohamed Chourki.
Il pomeriggio in sala si apre con la sezione Viaggiatori
e Migranti al teatro Camploy
dove, alle 18,30 è in programma la
proiezione di MINEO HOUSING della regista sicula Cinzia
Castania e MOHAMED IL PESCATORE di Marco Leopardi, due film che
parlano di immigrazione e Sicilia, una terra generosa che in passato ha vissuto
il dramma migratorio e che ora non può non ritrovarsi nei volti di chi arriva
in cerca della medesima speranza di una vita migliore.
Sempre al Camploy, alle 20.45,
prima della proiezione del film THE JORNEY. AFRICANI A
VERONA del regista nigeriano Peter Ewanfoh Obehi, in concorso nella Sezione Viaggiatori e
Migranti, ci sarà la PRESENTAZIONE DELLA
RICERCA Africamix: contaminazioni culturali e imprenditoriali. I dati del lavoro, giunto al suo secondo anno, verranno presentati dalle
due curatrici, Emanuela Gamberoni e Maria Gabriella Landuzzi
dell’Università di Verona.
A The
journey seguirà la prima visione italiana del documentario in
concorso MÊME PAS MAL
della regista franco-tunisina Nadia El Fani, un racconto di una
duplice lotta, contro gli islamisti e contro il suo cancro.
Alle 21 al
cinema Stimate sarà proiettato il lungometraggio in concorso, in prima
visione italiana, LES ENFANT DE TROUMARON dei registi Sharvan Anenden e Harrikrisna Anenden.
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RETROSPETTIVA. IL CINEMA DI RACHID. IL PANE NUDO racconta dell’infanzia e adolescenza dio Mohamed, nato in un villaggio
povero del Rif, a nord del Marocco ed emigrato con la sua famiglia negli anni
Quaranta, in seguito a una grave carestia, prima a Tangeri poi a Tetouan, per
tornare alla gine a Tangeri. Il ragazzo conoscerà ogni genere di esperienza,
vivendo per lo più in strada, per l’insopportabile situazione familiare: un
padre alcolizzato e violento, una madre sottomessa e incapace di difendere i
figli. Dopo un’infanzia di miseria, scopre a vent’anni che la più grande
povertà è essere analfabeta.
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I
FILM
MINEO HOUSING Un Centro di accoglienza per immigrati nel cuore della Sicilia, un residence
con villette colorate, isolato dai centri abitati. Il paese più vicino, Mineo, ha solo 4.000
abitanti, molti dei quali, ormai anziani, sono stati migranti. Gli immigrati con la loro sete
di comunicazione, di libertà
negata per mesi, nell'attesa di essere accettati, riconosciuti e vivi. L'attesa estenuante di una commissione che li liberi da
quello stato di sospensione, di non-vita, per riavere il loro tempo.
MOHAMED IL
PESCATORE Mohamed
è l'unico sopravvissuto tra le 47 persone che hanno tentato di raggiungere l'Italia su un
barcone. Dopo essere rimasto aggrappato ad un pezzo di legno per 6 giorni, Mohamed è stato tratto in salvo da Vito, il
capitano di un peschereccio.
Nonostante la brevità dell'incontro, tra i due si crea subito un forte legame. Sono passati 4 anni da quel giorno, Mohamed si trova di nuovo in difficoltà
quando Vito lo contatta per invitarlo in Sicilia nella sua famiglia ed aiutarlo
a trovare lavoro.
THE JOURNEY. AFRICANI A
VERONA Perché le
persone lasciano la loro madre terra e vagano in un mondo completamente nuovo, abbandonando le loro famiglie e amici, la cultura che prima avevano, per diventare degli stranieri nella terra di altri uomini? The Journey è
una storia umana, il racconto di uno sforzo epico di alcuni africani che hanno viaggiato verso l'Europa,
con i loro sogni fra le mani. "Siamo venuti qui, partendo da zero, non avevamo niente. Anche il primo amico che ci siamo fatti, l'abbiamo fatto da soli, perché non
avevamo nemmeno un amico".
Questo è
un film documentario sulla presenza degli africani a Verona, negli ultimi 30-40 anni. La loro storia nelle loro parole.
MEME PAS MAL Film che descrive la duplice lotta della regista: contro gli islamisti e contro il suo cancro.
Même pas mal è un'opera importante e coraggiosa; un diario intimo di un anno di vita della regista,
nel corso del quale Nadia El Fani si è trovata a dover fare scelte dolorose, difendendo con dignità
la propria libertà di espressione e
creatività artistica. È un film sulla
libertà che assume un valore ancora
maggiore se collocato sullo sfondo del movimento delle rivoluzioni arabe, che esplose successivamente rispetto al
film, costantemente alle prese con
tendenze oscurantiste e lesive verso la dignità delle persone.
LES ENFANTS DE TROUMARON è l'adattamento sullo schermo del romanzo Eve de
ses décombres di Ananda
Devi che firma la sceneggiatura del film. Troumaron è un quartiere di Port Louis, capitale dell'Isola Mauritius, dove la
vita sembra essersi fermata.
Le fabbriche sono chiuse; gli uomini e le donne, disoccupati, giocano a domino e guardano inermi la loro esistenza
fuggire senza prospettive di futuro. Il film è la storia di quattro giovani, Sad, Eve, Savita e Clélio che
raccontano le loro giornate e le loro notti, i loro tentativi di fuga da questa realtà senza speranza.
In un gioco di luci e ombre, emerge soprattutto il buio di esistenze attraversate dalla violenza in un contesto
morale e sociale che trasforma anche i sentimenti più belli e puri, come l'amore e l'amicizia, in un
vorticoso movimento che
porta all'autodistruzione.
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