giovedì 27 giugno 2013

Brasile, un mondo in fermento tutto da scoprire


Dopo settimane di manifestazioni di piazza, per l’aumento dei costi per i servizi pubblici e le spese stratosferiche che, parallelamente, il governo intende affrontare in vista di Mondiali e Olimpiadi, i sindacati brasiliani hanno indetto per l'11 luglio uno sciopero generale in tutto il Paese, denominato "Giornata di lotta".
Lo hanno annunciato al termine di un incontro con la presidente carioca, Dilma Rousseff che, nel tentativo di arginare la protesta ha presentato loro un piano nazionale in 5 punti concordato con governatori e sindaci per migliorare i servizi pubblici. Dilma Rousseff aveva convocato nel palazzo presidenziale di Planalto i leader del Movimento Passe Livre, che nelle ultime due settimane hanno mobilitato attraverso i social network gli indignados brasiliani e stanno coordinando le manifestazioni in tutto il gigante sudamericano.

Il Brasile, nel suo insieme, è in un momento di grande accelerazione e fermento, molti sono i piani di intervento governativi, tanti gli investimenti stranieri e innumerevoli i corsi di formazione e opportunità lavorative. Questo è quello che ogni giorno leggiamo in prima pagina e che la società è invitata a credere.
A fine mese avremo la Coppa delle Confederazioni, a luglio la giornata della Gioventù con il Papa a Rio de Janeiro, poi i Mondiali e le Olimpiadi: una corsa sfrenata perché i nuovi stadi siano conclusi, gli aeroporti ristrutturati, i buchi delle strade rattappati, la criminalità controllata.
Una corsa molto veloce, qui si direbbe a ritmo di “samba”, perché fatta con mezzi molte volte poco ortodossi. La voglia di crederci, di essere protagonisti, di vestire a festa (e di festa ce ne sempre tante!), anche se sotto la giacca la camicia è bucata.
Molte volte è proprio questo aspetto che incanta del Brasile, difficoltà croniche che lo sviluppo del Paese emergente non ha ancora risolto e alle quali la società, a vari livelli, fa fronte sempre con molta speranza e “ginga” (in gergo bahiano, il molleggio dei fianchi dei capoeristi per schivare un colpo dell’avversario) che metaforicamente trasmettere la forza di sapere comunque a uscire dalle difficoltà.
Di salti i brasiliani ne fanno tanti, ingannando la precarietà, molte volte con ironia, guardano in faccia la realtà con un gran sorriso che incanta. Probabilmente non arriveranno ben preparati a tutte queste mete da raggiungere in così poco tempo, ma lo sforzo e la buona volontà non mancano.
Che i turisti si preparino, perché seppure accolti da un taxista che di inglese ha solo imparato a pronunciare “I love you”, anche solo per salutarti..., sicuramente te lo dice con il cuore e saprà farti scoprire ugualmente, con un altro linguaggio, una cultura che ti affascina e non ti lascia più.
Casa Encantada non è ovviamente travolta da questa corsa competitiva, ma al contrario apre le porte a quel turista che, attratto da questo mondo in fermento, ne vuole scoprire gli angoli più autentici.
I grandi cambiamenti massificano e tentano di standardizzare, con pacchetti turistici o cucina internazionale, anche la ricca cultura di Bahia ma le radici afro e le tradizioni di questa terra esaltano paesaggi e sapori inconfondibili e inconformabili.
Il nostro metro di misura per capire se c’è un cambiamento sostanziale di questa società in crescita, è quando torniamo a visitare i nostri contadini Sem Terra. A fine aprile hanno dovuto manifestare per 10 giorni davanti all’INCRA (ente governativo per la riforma agraria) per poter ottenere fondi per macchinari, sementi e accompagnamento tecnico. Sotto una pioggia torrenziale hanno resistito uomini donne e bambini in accampamenti improvvisati. Abbiamo distribuito alimenti, indumenti e abbiamo offerto materassi, ma i manifestanti hanno preferito ricoprire gli improvvisati accampamenti già zuppi d’acqua con buste di plastica per risparmiare risorse, perché le rivendicazioni non debbano rimanere scritte solo sulla carta.
Oppure visitiamo il progetto Casa do Sol che, all’inizio di giugno (a 6 mesi dall’inizio dell’anno scolastico) non ha ancora i finanziamenti della Petrobras per pagare le attività.
Qui non è arrivata la crisi internazionale, la crisi c’è sempre stata, ci siamo abituati, la precarietà fa parte del quotidiano, per questo molte volte i poveri affrontano le difficoltà con meno pessimismo. Il domani porta con sé sempre un cambiamento, alle volte positivo.
Facciamo il tifo per la presidentessa Dilma perchè, malgrado le molte contraddizioni, riesca a tener fede alla scelta di ripassare tutte le royalty del petrolio nazionale al fondo per l’educazione e alla ricerca. Se dovesse passare il veto, il Brasile sarà la trasformazione e segnerà la storia di un popolo sofferto che ha saputo credere e riscattarsi da secoli di sfruttamento!
Incoraggiamo i Sem Terra a resistere, la Casa do Sol a rivendicare e a continuare un cammino di lotta e coscienza politico-popolare. In ormai quindi anni di presenza in Brasile abbiamo visto tanti cambiamenti e il più delle volte inaspettati.
Dove c’è clientelismo e corruzione, un atto di giustizia fa molto clamore e marca un nuovo cammino. Abbiamo misurato la resistenza e vissuto la solidarietà, abbiamo sognato e cantato con loro una canzone piena di significato..” muoviamoci, andiamo via. Aspettare non ci fa capire, aspettare non ci fa vede compiersi il domani ...”

Maria Revelin
Progetto Casa Encantada

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