martedì 28 agosto 2012

Qalauma, un anno dopo. Lontani dall'inferno di San Pedro


È incredibile che sia passato un anno da quando siamo usciti dal carcere di San Pedro.
Il trasferimento al Centro Qalauma, primo vero carcere minorile della Bolivia, è avvenuto esattamente il 22 agosto del 2011, dopo la costruzione della struttura iniziata circa 7 anni prima.
A distanza di un anno esatto, il 22 agosto scorso, si è svolta una cerimonia di ricorrenza che ha compreso un seminario sui risultati del progetto, e ha permesso a noi giovani reclusi di ricordare i momenti più importanti del trasferimento: quando l’equipe di Qalauma venne a parlarci per la prima volta del nuovo Centro e quando facemmo le prime visite alla struttura e per inaugurare il Centro non mancava che firmare un accordo tra il Regime Penitenziario, la Diocesi di El Alto e ProgettoMondo Mlal.
Nel 2010, ricordo che il carcere di San Pedro a La Paz – dove prima della nascita di Qaluama i minorenni scontavano la loro pena al fianco degli adulti - entrò in stato di emergenza per una rivolta dei detenuti dovuta a motivi legati alle condizioni dell’infrastruttura, alle condizioni degli ospiti e ad altre varie necessità dei carcerati.
Fu per questi motivi che nacque l’idea di scrivere direttamente al Consiglio del carcere di San Pedro sollecitando il fatto che ancora mancavano le condizioni per inaugurare il Centro e per trasferire i giovani. Venne deciso che fossi io a parlare.
Mi fu dato il permesso di andare a un incontro dove erano presenti il rappresentante del Ministero degli Interni, il Direttore del Regime Penitenziario, il Difensore del Popolo, i rappresentanti degli uffici istituzionali di psicologia, di lavoro sociale e l’assessore legale. Ascoltai i delegati parlare a lungo sulle necessità del carcere e poi fu il mio turno. Dissi che eravamo in contatto con il Progetto Qalauma già dal 2007, che in precedenza avevamo fatto qualche visita al Centro e spiegai che mancava solo la firma dell’accordo. Dissi: “noi giovani carcerati siamo invisibili”, e alla fine ottenni il loro appoggio.
Chiesi di fare l’accordo e, una volta firmato, di trasferirci a Qalauma dove avremmo potuto avere una vita dignitosa e lontana dalla droga. Le autorità si impegnarono a garantire il trasferimento dei ragazzi.
Ci informarono che il Regime Penitenziario prima di procedere doveva prendere alcune misure di sicurezza, per questo e altri motivi per alcuni mesi non accadde nulla. Ci fu anche una riunione con i familiari per metterli a conoscenza di come si sarebbe vissuto nel Centro riservato ai giovani trasgressori.
Il 22 agosto dello scorso anno la Direzione Generale del Regime Penitenziario elaborò la risoluzione amministrativa per i primi 28 giovani che arrivarono al Centro: io ero uno di loro.
Sapevo che avrei lasciato San Pedro ed ero felice, tanto da fare una festa di addio a quello che, dalla maggior parte di chi ci è costretto a vivere, viene definito “piccolo popolo, grande inferno”.

Kevin, giovane detenuto a Qalauma

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