Fotografia di Stefano Pirovano |
Molti dei ragazzi della scuola hanno difficoltà ad esprimersi, a far sentire la propria voce, a raccontarsi, semplicemente ad alzare la mano in classe, e questo si ripercuote poi nelle attività scolastiche (e non solo) di tutti i giorni. Da quest’osservazione, è sorta spontanea la proposta del laboratorio di espressione artistica, durante il quale attraverso disegni, tempere, pastelli e colori vari si è lavorato sull’espressione di sé e sulla comunicazione di se stessi ai compagni di classe. Il risultato è stato davvero soddisfacente: i ragazzi hanno realizzato lavori bellissimi, riuscendo a raccontarsi prima su un foglio, e poi a raccontare quel foglio a parole, di fronte a tutti. Accanto ai lavori individuali, si è avviato dopo le prime lezioni un lavoro collettivo: un murale, appunto. I ragazzi, armati di acrilici, pennelli, sedie e trabattello, hanno lavorato con costanza, e il risultato finale si può vedere nella fotografia. Il murale si vede anche dalla strada, ed è questa la cosa più bella; mentre lo realizzavamo, le persone che passavano si fermavano a guardare, e mentre le parole uscivano dal pennello, in strada venivano pronunciate da voci di passanti: esperanza, justicia, solidaridad. Da quelle parole nascevano brevi chiacchierate, sorrisi, curiosità di voci da un lato all’altro del muro; ed è sempre bello, credo, quando le parole scritte prendono vita.
Elisabetta Caglioni
Servizio Civile ProgettoMondo
Edad de Oro - Guatemala
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