La
XXXII edizione del Festival di Cinema Africano quest’anno prevedeva
due grandi
appuntamenti per venerdì 14 dicembre. Il primo, in programma alle
ore 18 presso lo
Spazio Culturale
Fondazione San Zeno (via
Mazzini 2, Verona; 2° piano, sopra il negozio Tezenis), prevede
l’inaugurazione della mostra
fotografica Come
si dice scuola in Africa?
Appuntamento
che
vuole focalizzare l’attenzione sul diritto all’istruzione. Una
sorta di viaggio dentro il mondo della scuola, raccontato attraverso
le immagini scattate nei progetti sostenuti dalla Fondazione San
Zeno. Un approfondimento sul diritto e sulla qualità dell'istruzione
intesa come pratica di libertà e strumento di sviluppo sostenibile,
che rimarrà in esposizione dal 14 al 31 dicembre (entrata libera).
L’inaugurazione
prevede la proiezione del film di apertura del Festival (vincitore
del Premio Scuole e del Premio Giuria Al di là del muro)
THE
FIRST GRADER
Un
bellissimo film ambientato
in un villaggio di montagna del Kenya, che racconta una storia vera:
quella di Kimani Nganga Maruge, che “alla tenera età” di 84
anni, decide di imparare a leggere e scrivere. La radio dice
«istruzione gratis per tutti», e Maruge farà di tutto per
ottenerla, ma in classe ci sarà posto per un vecchio combattente
della tribù dei Mau Mau?
Il
secondo appuntamento prevede il ritorno a Verona di un grande attore
e autore senegalese Mohamed
Ba* e del suo
nuovo spettacolo teatrale
Sono
incazzato bianco
Un
racconto teso e fluente, tra comico e dramma. Un racconto sulla vita
vera, delle persone italiane solo a metà. L’appuntamento è al
Teatro Aurora, alle
ore 21 (Via
Fracastoro 1, Borgo Venezia, Verona). L’evento è organizzato in
collaborazione con il
COSPE, e prevede
l’intervento del presidente Fabio Laurenzi. All’iniziativa di
chiusura del Festival aderisce
il Cartello Nella
mia città nessuno è straniero!
*Mohamed
Ba, mediatore e animatore culturale, ha aderito al movimento per la
promozione della letteratura africana e al Circolo dei giovani
lettori per l’alfabetizzazione nelle zone rurali. Migrato in
Francia, è stato coordinatore dell’operazione Un
immigré, un livre.
Nel 1998 ha pubblicato Parole
de nègre, sulle
migrazioni nei paesi del Sahel. È fondatore del gruppo Mamafrica,
che usa le percussioni per diffondere la cultura africana ed è
autore e interprete di monologhi teatrali.
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