La giornata è iniziata da poco e la strada
che porta da Chinandega verso Managua è bloccata. Non si tratta di un
incidente, né di uno sciopero generale. È la carovana organizzata da Frente
Sandinista de Liberacion Nacional (FSNL) e diretta alla capitale. Centinaia e
centinaia di mezzi messi a disposizione dal partito in carica per permettere al
“pueblo” di partecipare alla celebrazione dell'anniversario della rivoluzione.
È il 19 luglio e 33 anni sono passati dal
giorno in cui la dittatura di Somoza cadde per mano del popolo nicaraguense,
guidato dai principi e dai valori trasmessi dall'eroe nazionale Augusto
Sandino, dando inizio a un processo che portò alla democrazia.
Oggi, ogni tipo di veicolo è diretto a
Managua: bus di linea, camion merci, trattori, carretti, moto. E poco importa
dove ci si siede o se lo spazio tra una persona e un'altra è pressochè
inesistente. È l'anniversario della rivoluzione e tutti vogliono essere
presenti.
Chi non può muoversi, si affaccia dalla
finestra della propria casa, si arrampica sugli alberi, sfida il sole e rimane
in piedi ai bordi della strada, solo per salutare la carovana. Si vedono
genitori che spiegano ai loro figli cosa sta succedendo, gruppi di ragazzini
che rincorrono i mezzi in movimento e persone anziane che salutano mostrando il
segno di vittoria, esibendo un sorriso sdentato e urlando le parole magiche che
provocano in ognuno dei presenti un senso di euforia !Viva Sandino!
Dappertutto spuntano bandiere rosso-nere o
bianco-blu che sembrano danzare sulle note delle musiche rivoluzionare di
Carlos Mejia Godoy trasmesse dalle autoradio. Si avanza a ritmo di musica
circondati da un'atmosfera magica.
Quando la carovana si ferma per il forte
traffico (e questo succede in continuazione), la gente esce dalle vetture. Le
teste delle persone sbucano dai finestrini dei bus per prendere ossigeno.
Alcuni ragazzi salgono sui tetti delle vetture e la strada si trasforma in un
concerto con balli, canti e venditori di acqua che corrono su e giù
approfittando del momento.
Dopo 6 ore di viaggio, questo infinito
bruco rosso-nero-bianco-azzurro entra nella capitale scortato dalle vetture dei
politici.
Finalmente si scende in strada e seguendo
la massa mi dirigo verso la piazza Juan Pablo II, luogo in cui si terrà la
celebrazione che culminerà con il discorso del presidente Daniel Ortega.
Entrando nella piazza, alle 2 del
pomeriggio, mi trovo davanti a un’immagine maestosa: circa 300.000
persone provenienti da ogni angolo del paese sono oggi riunite in questo luogo.
Si vedono donne, bambini, anziani e un gran
numero di ragazzi. Quest'anno, infatti, la giornata è dedicata alla Gioventù
Sandinista.
Tra la gente si scorgono anche molti “gringos”, facilmente indentificabili per la loro carnagione chiara e il loro fare da curiosi. Giovani come me, turisti vogliosi di conoscere, vedere, ascoltare; e meno giovani, probabilmente giunti fin qui per ricordare e rivivere quegli anni della loro vita spesi in Nicaragua per dare il prprio contributo alla rivoluzione. Tutti riuniti in questo luogo in un tripudio di bandiere che sventolano alte tra la folla agitata che continua a danzare e a cantare musica rivoluzionaria. Tutti qui per celebrare l'evento e per ricordare cos'è stata e cosè la rivoluzione Sandinista.
Tra la gente si scorgono anche molti “gringos”, facilmente indentificabili per la loro carnagione chiara e il loro fare da curiosi. Giovani come me, turisti vogliosi di conoscere, vedere, ascoltare; e meno giovani, probabilmente giunti fin qui per ricordare e rivivere quegli anni della loro vita spesi in Nicaragua per dare il prprio contributo alla rivoluzione. Tutti riuniti in questo luogo in un tripudio di bandiere che sventolano alte tra la folla agitata che continua a danzare e a cantare musica rivoluzionaria. Tutti qui per celebrare l'evento e per ricordare cos'è stata e cosè la rivoluzione Sandinista.
A far da sfondo c'è il palco, imponente,
con un gran sole colorato al centro, affiancato da file di bandiere nicaraguensi.
Sul palco, con la coppia presidenziale, sono presenti esponenti politici di
ogni paese “alleato” del Nicaragua. Cuba e Venezuela in primis.
Alle 5 del pomeriggio, dopo ore di viaggio
e di attesa, la musica si spegne e la Prima Dama, la Signora Mourillo, prende
la parola dando il via al discorso ufficiale e ricevendo l'attenzione del
pubblico presente.
Non passa molto tempo e successivamente arriva
il turno del Presidente. È in questo momeno che qualcosa cambia. Mi acorgo che
qull'euforia, quell'energia che si respiravano nell'aria ora sembrano svanite
improvvisamente.
Il discorso di Daniel Ortega si trasforma
in una vera e propria propaganda Politica dove più che far cenno all'importanza
di questa giornata viene esposto il programma politico che il governo porterà
avanti durante il nuovo mandato, ricevuto con le elezioni del 2011.
Le bandiere si abbassano, la gente in massa
inizia ad andarsene e la piazza si svuota velocemente. Nemmeno la metà delle
persone giunte sin qui rimane sino alla fine della cerimonia.
Già ero a conoscenza delle varie critiche
dirette al Governo e in particolare verso lo stesso Daniel.
Sergio Ramirez descrisse la sua delusione verso il partito FSLN nel famoso libro “Adios Muchachos”; Dona Maria Tellez, lo fa tutt'ora dal suo blog in internet e il quotidiano più letto nel paese, La Prensa, attacca in continuazione il governo e la figura di Daniel, paragonandolo addirittura all'ex dittatore Somoza (solo per citare alcune fonti).
Sergio Ramirez descrisse la sua delusione verso il partito FSLN nel famoso libro “Adios Muchachos”; Dona Maria Tellez, lo fa tutt'ora dal suo blog in internet e il quotidiano più letto nel paese, La Prensa, attacca in continuazione il governo e la figura di Daniel, paragonandolo addirittura all'ex dittatore Somoza (solo per citare alcune fonti).
Nonostante ciò non mi aspettavo questa
reazione da parte del pubblico durante la manifestazione del 19 Luglio. Non me
lo aspettavo dopo aver visto e vissuto la gioia e l'emozione delle persone
presenti durante tutto l'arco della giornata.
Incuriosito e ansioso di conoscere il
parere diretto dei giovani nicaraguensi ho deciso di intervistarne alcuni. Per te cosa rappresenta il 19 luglio? Ho
chiesto.
“Originariamente la celebrazione di un popolo a seguito di una difficile epoca storica; oggigiorno un circo politico per accontentare la massa”, mi ha detto qualcuno.
“Originariamente la celebrazione di un popolo a seguito di una difficile epoca storica; oggigiorno un circo politico per accontentare la massa”, mi ha detto qualcuno.
“Il giorno dopo il 18 di luglio. Un giorno in più di vacanza”, ha risposto qualcun altro.
“Il ricordo che nel passato Nicaragua si ritovò unita a lottare
contro la dittatura; oggi, uno spreco di denaro”, e ancora “la fine di una dittatura e
l'inizio di un'altra”. E poi cè ch
sostiene che “precedentemente era una
celebrazione di libertà; ora è il giorno in cui il governo regala alcohol a
tutti”.
Nessuno nega l'importanza di quel momento,
quel lontano 19 luglio 1979, giorno che porta un gran significato. Un
significato di libertà a seguito dal grande sacrificio e dall'unione del popolo
nicaraguense. Ma ciò che oggigiorno sembra prevalere tra lo stesso popolo che
ha appoggiato e vissuto la rivoluzione è un generale malcontento e senso di
indignazione. Dove il partito al governo e particolarmente la sua figura
centrale, Daniel Ortega, vengono accusati di corruzione, abuso di potere, sopprusi e ingiustizie.
Damiano Cosaro
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Nicaragua
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Nicaragua
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