venerdì 29 giugno 2012

Vacani Vacani, pensa pensa!

Vacani Vacani: due parole ripetute che in makua significano letteralmente “piano piano”. Un termine che nasconde un significato intrinseco molto più ampio, generale e quasi filosofico.
In un Paese come il Mozambico - ma verrebbe da dire come in tutta l’Africa- si tratta di un concetto fondamentale per capire con chi si ha a che fare: che sia per lavoro o per un semplice viaggio turistico. Come detto “vacani vacani” è un’espressione che ha a che fare con il tempo, una concezione del tempo però tutta africana e makua in particolare.
Qui il significato del tempo è ancora quello di una volta, di secoli fa, quando ancora l’industrializzazione, il lavoro con i suoi ritmi forsennati, il bisogno di essere rapidi per essere più produttivi, ancora non esisteva.
Allora il tempo si basava sui ritmi della natura: sorge il sole ci si sveglia, cala il sole si va a dormire. Poco tempo per le inezie, il lavoro era vita, era sopravvivenza: alla mattina nei campi a curare le produzioni agricole basiche, a cercare frutti spontaneamente donati da madre natura alle mani di persone bisognose solo di cibo, e non di confezioni plasticate, celofanate, monoporzioni già tagliate, lavate e subito pronte per essere mangiate, liofilizzate…Niente di tutto ciò! Tutto si raccoglieva così com’era, dal “banco” della natura, fosse esso bosco, foresta, savana o l’orticello familiare. E quindi ci voleva tempo per cercare, raccogliere, riconoscere, provare… vacani vacani quindi, piano piano.
Non c’era fretta.
Anche chi cacciava, gli uomini teoricamente, non avevano certo armi sofisticate, fucili e piombini. Arco, frecce, trappole più o meno ingegnose.
Anche in questo caso la pazienza era un’arte. E quest’arte ancora oggi viene abbondantemente praticata dagli africani, di qualsiasi categoria, classe sociale, razza, sesso, religione.
Insomma nessuno può esimersi dal fare le cose con calma. Il che significa che se vuoi “sopravvivere” devi adattarti ai loro ritmi, e quindi capire cosa significa quel vacani vacani, che in ogni dialetto ha la sua traduzione: kutsongo kutsongo in shangana, dialetto della zona centro meridionale del Mozambico, vadeguana vadeguana in bitonga dialetto della regione di Inhambane, pole pole in Tanzania.
Cambiano le parole, ma il significato resta lo stesso: piano piano! E non c’è sviluppo, modernizzazione, civilizzazione, occidentalizzazione che tenga, non c’è nord e non c’è sud, c’è solo questa concezione del tempo che, nonostante siano passati secoli, guerre, schiavitù, indipendenze, programmi di sviluppo, cooperazione, ONU, FAO e chiunque altro abbia tentato o stia tentando di migliorare le cose, ancora non cambia e probabilmente non cambierà mai.
Perché probabilmente è giusto così. O forse no, ma chi siamo noi per dirlo!? Perché “loro” devono uniformarsi ai nostri ritmi frenetici? Produttività, ottimizzazione dei tempi, riduzione degli imprevisti e degli spazi morti…perché dobbiamo esportare anche tutto questo!? Chi ha detto che questo è sviluppo!? Chi ha detto che tutto ciò è migliore? Solo perché noi siamo “sviluppati”? Solo perché “noi” siamo al nord e “loro” al sud!? Lasciamogli quindi il beneficio del dubbio almeno.
Cerchiamo di capire perché due semplici parole significano così tanto. Cerchiamo di assorbire quel significato intrinseco che si porta dietro il “vacani vacani”. Perché poi alla fine dei conti, se vivi con loro, in mezzo a loro, lavori con loro, fai affari con loro, non puoi esimerti dal conformarti ai loro ritmi, anche perché o ti adatti o…ti adatti! Hai bisogno di un documento? Vai all’ufficio e ti mettiin fila, sempre che esista (!). Hai bisogno del visto? Vai all’immigrazione e aspetta, perché potrebbero volerci mesi prima di ottenerlo, potrebbero volerci documenti che cambiano da un giorno all’altro, e che il solerte impiegato responsabile il giorno prima non ti ha menzionato.
Devi aprire un’impresa? Preparati perché i tempi saranno biblici. Devi portare avanti un progetto!? Sappi che tutti coloro con cui avrai a che fare non rispetteranno mai le tabelle di marcia, i flussogrammi, gli schemi fatti a tavolino.
Niente da fare amico, qui siamo in Africa e tutto è vacani vacani. Prendi fiato, respira, non avere fretta, perché qui nessuno ha fretta, pensa bene a quello che fai.
Ecco, questo è quello che qui fa la differenza: pensare bene alle cose da fare, a come farle, quando, dove e perché. Non in quanto tempo. Perché di tempo ne avrai in abbondanza, ma se le cose le fai bene poi probabilmente resteranno a lungo nel cuore delle persone, se le fai male passano e nessuno mai se le ricorderà.
Pensare è quindi la parola d’ordine, ma attento amico pensa con calma, rifletti, mettici tutto il tempo che vuoi e di cui hai bisogno, perché tanto troverai sempre qualcuno pronto a ricordarti che le cose si fanno, sì, ma vacani vacani.

Francesco Margara
ProgettoMondo Mlal Mozambico

Un premio alle immagini sul Burkina

Premiato l’impegno di ProgettoMondo Mlal per migliorare le condizioni sanitarie e sociali del Burkina Faso.
Le attività della nostra organizzazione, documentate nel video “An Ka Here So” che in lingua dioula significa “la nostra casa della salute, della pace”, si sono infatti aggiudicate il terzo podio del concorso cinematografico inserito nella terza edizione del Convegno SPeRA, che si è svolto a Genova dal 14 al 16 giugno scorsi per dar voce ai programmi di aiuto in fase di realizzazione in Africa, messi in atto da tutti gli operatori di Ong, Onlus, Fondazioni e associazioni di volontariato.
Su 19 film che hanno partecipato al Concorso, ProgettoMondo Mlal porta quindi a casa la soddisfazione di essere riuscita - grazie al lavoro della regista Annamaria Gallone, e prodotto da Kenzi – a documentare in maniera efficace le condizioni sanitarie e sociali della popolazione delle regioni Hauts Bassins e Cascades, per migliorare le quali i nostri Programmi agiscono a tre livelli: sanitario, educativo, economico.
Partecipando al terzo Convegno SPeRA, inoltre, la nostra organizzazione, inviando schede e documentazioni sui propri Progetti in Africa, ha contribuito alla realizzazione del "Registro della Solidarietà Italiana in Africa".


giovedì 28 giugno 2012

La fiera del grano all'insegna di "locale è bello"

Il 9 e 10 giugno ho partecipato a una fiera, sperduta in mezzo ai campi e alle piccole comunità contadine che coltivano e trasformano il poco grano prodotto e commercializzato in Bolivia.
La comunità si chiama “Yuraj Molino”, che in Quechua significa “Mulino Bianco”, proprio per la presenza di mulini che macinano i semi di grano per trasformarli in farina.
L’evento era stato organizzato dal Comune di Pocona insieme ad altre istituzioni che si occupano di agricoltura, tra cui anche l’APT, l’Organizzazione economica contadina a sostegno della quale sto svolgendo il mio anno di Servizio civile.
Nel corso dell’incontro di presentazione, APT, attraverso il proprio presidente,ha chiesto di rafforzare le alleanze tra Stato e piccoli produttori di grano di Pocona e ha offerto, in collaborazione con ProgettoMondo Mlal, un rinfresco a base di empanadas integrali e una bibita naturale di orzo.
Il giorno vero e proprio della Fiera, erano stati allestiti vari stand che esponevano dalle sementi di grano alle farine, fino a tutta una serie di prodotti di trasformazione del grano, in primis il pane e poi mille varietà di empanandas, dolci e salate, tortine, ajì di grano (grano bollito e piccante), minestre, il Phiri (grano macinato grossolanamente, bollito e accompagnato da un formaggio fresco), verdure, carne, formaggi, ecc … il tutto accompagnato da grano cotto.
Anche APT aveva un suo gazebo in cui erano esposte diverse varietà di pane, le nostre empanadas e i biscotti integrali che hanno avuto un grande successo all’interno della fiera contadina.
Ovviamente in una fiera boliviana non può mancare la musica andina con balli e danze, il tutto rallegrato da bicchieri di chicha, ovvero una bevanda leggermente alcolica a base di mais o di grano, fermentata sottoterra e da queste parti consumata in grandi quantità.
Sono stati due giorni molto importanti per Pocona, ma anche per la stessa Bolivia, visto che secondo i dati della Fao il primo prodotto importato dall’estero è proprio la farina di grano, mentre al secondo posto c’è il grano stesso.
Si è trattato dunque di un evento importante per poter mettere a fuoco un prodotto come il grano, elemento base della dieta boliviana, sudamericana e del mondo intero. Inoltre si è trasformato in un momento fondamentale per evidenziare le difficoltà e le preoccupazioni dei piccoli produttori di grano boliviani, che non sempre sono provvisti di tutti gli strumenti adeguati per rendere il più efficiente possibile la coltivazione, dalla semina, alla raccolta, fino allo stoccaggio e alla trasformazione del prodotto.
La Fiera si è svolta non a caso in uno dei principali dipartimenti di produzione di grano, cioè quello di Cochabamba, oltre a quelli di Potosì, Sucre e Tarija.
Anche se le zone sono vaste non coprono tutta la richiesta che si fa all’estero di questo cereale. In tutta la zona sud del dipartimento cochabambino, chiamata Valle Alto, la maggior parte dei terreni sono messi a grano, oltre a coltivare patate, fave, ecc … Ed è una risorsa fondamentale per il Paese, che al giorno d’oggi non è ancora autosufficiente in materia di farina, tanto che l’80% di questo prodotto proviene dall’estero, quasi esclusivamente dall’Argentina a prezzi di mercato molto agibili.
La Bolivia deve dunque iniziare a muoversi, attraverso politiche statali mirate a favore la produzione e la commercializzazione di questa risorsa; e lo si deve fare partendo dal basso, dai piccoli proprietari terrieri che, attraverso le giuste alleanza, devono riuscire a valorizzare il loro proprio grano, farlo conoscere e cominciare a credere che in Bolivia, un giorno, si potranno produrre grano e derivati senza dovere più essere dipendenti da altri Paesi esteri.

Stefano Scrocco
Casco Bianco Bolivia
ProgettoMondo Mlal

I 18 anni di Rosaly

Rosaly ha compiuto la scorsa settimana 18 anni con una bella festa che ha organizzato nel locale del Manthoc di Villa El Salvador a cui siamo stati invitati anche io e Marco De Gaetano, coordinatore del progetto El Trabajo de Crecer, che è stato scelto come padrino insieme ad Olga Rivera Román, coordinatrice del progetto in Perú.
Una festa in grande stile, preparata da tempo da Rosaly e dagli altri ragazzi, che hanno organizzato tutto nei minimi dettagli, dalle decorazioni alla musica, dal ballo con tutti i partecipanti al discorso finale.
Rosaly, compiuti i 18 anni, sta passando a essere una collaboratrice del Manthoc, dopo essere stata per anni delegata ed essersi impegnata perché la voce di bambini e ragazzi sia ascoltata: con lei infatti per la prima volta un’adolescente è entrata a far parte del Consejo de Coordinación Local di Villa El Salvador per discutere con sindaco e consiglieri sulle politiche legate all’infanzia e all’adolescenza del distretto.
Alla festa ho avuto l’ennesima occasione di vedere come il Manthoc sia una grande famiglia formata da giovani e collaboratori che condividono tra loro anche i momenti di vita privata; essere stati invitati ad un evento così importante per Rosalie mi ha confermato come si stiano creando legami che vanno oltre la sfera lavorativa e che mi porterò dietro anche quando il servizio civile sarà finito.
Qui sotto un video con l'intervista a Rosaly:

Giulia Valania
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal

mercoledì 27 giugno 2012

Campioni di calcio e... di solidarietà!

Gli Esordienti 2000 della U.S. Terracina Calcio hanno portato a casa un ottimo risultato dalla Chievo Junior Cup. Il torneo calcistico dedicato al settore giovanile delle società affiliate all’A.C. ChievoVerona, tenutosi a Peschiera del Garda dal 15 al 17 giugno, ha visto i piccoli Tigrotti classificarsi al secondo posto nella categoria Esordienti 2000. Risultato più che meritevole visto che nel girone si sono scontrate 20 squadre provenienti da tutta Italia.
I Tigrotti sono usciti primi e imbattuti dal loro girone, anche se poi sono stati battuti in finale dall’ASD D’Annunzio Marina con un risultato di 4 a 0. Secondi classificati quindi, ma indiscutibili vincitori della gara di solidarietà promossa all’interno dello stesso evento.
Quest’anno infatti, l’A.C. ChievoVerona è scesa in campo per promuovere il progetto di solidarietà internazionale Chievo-Perù, a fianco di ProgettoMondo Mlal.
Così, anche molte tra le società che partecipavano alla Chievo Junior Cup hanno aderito al progetto Chievo-Perù, attraverso l’acquisto della T Shirt e di oggetti di artigianato provenienti dai differenti Paesi del sud del mondo in cui ProgettoMondo Mlal è presente. Anche grazie a loro, e ai numerosi genitori presenti tra i campetti di calcio, presto si potranno cominciare a muovere i primi passi concreti dando il via ai lavori di ristrutturazione di una piastra polivalente nella periferia di Lima.
Il premio per la squadra più solidale va senza dubbio alla U.S. Terracina Calcio: accompagnati da Andrea Botta, Davide Antonio Cerasoli (autore anche della foto qui pubblicata), Luciano Centola e Luca Meineri, i piccoli Tigrotti hanno sposato la causa di solidarietà con i coetanei peruviani, e scelto di giocare la loro finale, invece che con la divisa ufficiale, proprio con le magliette dedicate al progetto Chievo-Perù.
Il progetto Chievo-Perù interviene ad Amauta, una delle periferie più disagiate di Lima, e prevede appunto la costruzione di un centro sportivo multidisciplinare e il miglioramento degli spazi di aggregazione per i bambini e adolescenti di Amauta.
Affiancandosi a ProgettoMondo Mlal con una collaborazione triennale, l’A.C. ChievoVerona si fa così portavoce del calcio come strumento di sviluppo, partecipazione, riscatto e soprattutto di prevenzione da realtà di disagio e violenza in cui molti di questi ragazzini peruviani vivono.
Si può contribuire al progetto Chievo-Perù con una donazione sul cc di Banco Popolare IT 29D0503411723000000008282, intestato a ProgettoMondo Mlal con causale Progetto Chievo-Perù.

Cristina De Giovanni
Comunicazione e Solidarietà ProgettoMondo Mlal

Resistenza ironica contro il golpe

Le persone iniziano a resistere in modo pacifico, in molti dichiarano sempre più apertamente il loro rifiuto al golpe e ai parlamentari che in maggioranza hanno organizzato la destituzione di Lugo.
Il programma “Microfono aperto” della Tv pubblica, strenuamente difeso dai manifestanti contro i tentativi della polizia di censurare la programmazione televisiva, permette a qualsiasi cittadino a favore o contro il golpe di manifestare la propria opinione.
Quelli a favore del Golpe rilanciano slogan del tipo: “Il Paraguay è sovrano rispetto al Mercosur e fa quello che vuole. Chi si oppone oggi – è l’accusa prima rivolta ai leader di sinistra nel Paese- è comunista, violento e gay".
Dall’altra parte, i manifestanti in difesa della democrazia dichiarano attraverso le reti sociali, il loro ripudio al golpe, attraverso piccoli eventi di visibilità, ispirati alla cultura o ironici, come ad esempio spettacoli di danza popolare realizzati da bambine, canti popolari, spettacoli degli artisti di strada, semplici testimonianze in favore del Presidente destituito o dei poveri del Paese. Questi ultimi sembrano infatti essere la preoccupazione principale di molti manifestanti che saranno i primi a soffrire le conseguenze del golpe.
Molti insistono nel volere denunciare la regia degli USA e della Monsanto, i cui interessi economici erano prima ostacolati dal governo di Lugo; molti sorridono della debolezza del nuovo governo che sa reagire solo con la repressione violenta e la censura (l'agenzia informativa per internet IPParaguay mostra solo notizie del governo golpista).
Per festeggiare San Giovanni Battista, festa popolare molto diffusa in Paraguay, avranno luogo davanti alla sede della Tv Pubblica una serie di festival in favore del presidente Lugo e del popolo paraguayo.
Nelle reti sociali dilaga l'ironia, soprattutto nei confronti del deputato colorado Oscar Tuma (l'avvocato d'accusa nominato in parlamento contro Fernando Lugo, che sta arrivando a minacciare le persone che lo criticano in tweeter o facebook, e che pur essendo avvocato, inviato nei programmi televisivi, fatica anche giuridicamente a sostenere un confronto con l'avvocato difensore di Lugo).
Purtroppo il popolo paraguayano è diviso in 3: esiste un numero significativo ma non sufficiente che organizza la resistenza, un numero esiguo a favore del golpe (per interesse economico o vincolo politico) e una massa ancora neutra, passiva che resta in attesa dell'evolversi della situazione.
Perché tanta passività? Per paura della repressione, per convenienza del benessere consumista e per timore di rappresaglie da parte del vincitore in questa battaglia per la democrazia...
In poche parole vivono la sensazione di essere tornati all'epoca di Stroessner.

Francesco Anichini
ProgettoMondo Mlal Paraguay

martedì 26 giugno 2012

Paraguay. Dietro e davanti il colpo di stato

A pianificare il golpe, la destra del Paraguay, forse una delle più arretrate, reazionarie e servili dell’America Latina, e prodotto del particolare sviluppo capitalista nel Paese e della sua storica vocazione autoritaria. Un colpo di stato, poco più raffinato di quello già realizzato in Honduras, ed eseguito a tempo di record.
La strage di Curuguaty è stata pianificata in anticipo
, attuandola quando si era certi di raccogliere voti sufficienti in Parlamento.
La nuova forma di colpo di stato non richiede i carri armati
, si fa oggi con la magniloquenza di chi ha venduto il suo seggio nel Parlamento nazionale, con il supporto logistico dei media commerciali di disinformazione, i portavoce delle associazioni imprenditoriali. Non importa a quale partito essi appartengano, non è un'alleanza politica, è un'alleanza chiara della classe dirigente dominante.
La leadership del Partito Radicale Liberale Autentico tradisce le proprie basi. E la storica lotta di questo partito per la democrazia, fin dai tempi della dittatura, ha scavato la sua fossa politica. Sono caduti nella trappola del Partito Colorado, per le ansie di Federico Franco di fare il presidente, anche per nove mesi,persino a costo di rompere il processo democratico.
I parlamentari - rappresentanti della grande industria piuttosto che delle sue basi - hanno ricorso a mezzucci per rimuovere illegittimamente il governo del presidente Lugo, hanno violato i minimi requisiti giuridici per fornire formalità alla pagliacciata realizzata per entrambe le camere del Parlamento, accompagnato dalla sfrontatezza dei ministri che erano stati per giorni parte attiva del governo deposto e lo accusa di "scarso rendimento".
Il governo Lugo ha avuto una simile performance dei suoi predecessori ma è stato l'unico giudicato. Seppure alcuni progressi in materia di politiche pubbliche siano stati fatti, ha promesso molto più di quanto realizzato, non ha mantenuto la promessa di una riforma agraria, e durante la sua amministrazione la logica del agrobusiness e la logica di estrazione del capitale ha continuato ad avanzare, sempre ignorando le richieste dei settori popolari, e contribuendo alla loro smobilitazione. Anche se questi erano gli unici in questi quattro anni che hanno dato tutto per mantenere il suo governo.
Certo, la vittima era il presidente Fernando Lugo, ma il colpo ha lo scopo di smobilitare e cercare di smantellare la forza elettorale che la sinistra paraguayana, riunita nel Frente Guazú, ha accumulato in questi 4 anni di democrazia in Paraguay. Dal giorno in cui Lugo ha assunto la presidenza, minacciavano con un impeachment - colpo di stato istituzionale - di attuare politiche che toccassero gli interessi economici dei proprietari terrieri e/o dei signori della soia. Ironia della sorte è stato processato per "scarso rendimento", che ha impedito di adempiere le sue promesse elettorali. Lo "scarso rendimento" è stato il pretesto per rompere il processo democratico, mentre le vere ragioni di impeachment sono state: il veto del Presidente di un aumento di budget per assumere attivisti politici (150.000 milioni di Guarani: poco più di 50 milioni di dollari) a pochi mesi dalle elezioni; l'inizio della discussione su circa otto milioni di ettari di terra illeciti (distribuito illegalmente dal dittatore Stroessner e ai suoi successori Colorado) attualmente utilizzati per la coltivazione di soia GM e le azioni di SENAVE che ha bloccato la diffusione commerciale di altri GM. Non potevano mettere a repentaglio gli interessi delle grandi multinazionali come Cargill e Monsanto; perché il governo popolare di Fernando Lugo potrebbe essere capitalizzato dal Frente Guazú alle prossime elezioni di aprile 2013.
Contrariamente all'obiettivo iniziale, il colpo di stato potrebbe generare le condizioni per rafforzare il settore democratico, progressista e di sinistra, già consolidato nel Fronte per la Difesa della Democrazia, che rifiuta e condanna il governo golpista di Federico Franco, e chiama a difendere il processo democratico e le istituzioni della Repubblica con la mobilitazione permanente.
La lotta per il ripristino della democrazia è iniziata con assemblee dei diversi gruppi e organizzazioni in tutto il Paese, con la difesa della televisione pubblica, con occupazioni di terre e con pareti dipinte nel centro della città, azioni che sono accompagnate da una vasta solidarietà internazionale.
Gli scenari aperti sono molti, ancora rispetto a un fresco colpo di stato. Alcuni elementi portano a credere che se Franco occupa il Palazzo del Governo fino al 2013, nonostante le proteste per il ripristino della democrazia e la pressione internazionale, l'elezione sarà polarizzata tra le forze democratiche e il Partito Colorado (che è stato 60 anni al potere e appoggio il dittatore Stroessner). Difficilmente gli altri golpisti potranno alzare la testa.
Una variante potrebbe essere che le classi dirigenti continuano ad agire come tale e fino a formare un unico fronte per il partito Colorado per sconfiggere le forze democratiche. L'anticipo delle elezioni non cambierebbe questa tendenza.
Il colpo di stato non è finito, le organizzazioni democratiche e le persone continueranno a muoversi e non riconosceranno quelle che sostengono di essere oggi le autorità nazionali. L’attenzione è ora puntata sulla repressione e la decapitazione delle organizzazioni popolari, affinché, come si è già verificato in Honduras, questo non si ripeta anche in Paraguay.
Fonte: Base IS (ONG impegnata nello Sviluppo Rurale e Sicurezza Alimentare, fondata per il Sociologo Tomas Palau recentemente scomparso)

Francesco Anichini
ProgettoMondo Mlal Paraguay

lunedì 25 giugno 2012

Scomparso il fondatore e primo presidente Mlal

Anche ProgettoMondo Mlal piange il suo fondatore e primo presidente Armando Oberti, scomparso il 21 giugno a Roma all’età di 86 anni. Verrà ricordato da tutti per il suo ruolo di laico di primo piano impegnato nella Chiesa post conciliare e per avere dato voce ai senza voce.
"Oberti è senz’altro colui che con maggiore autorevolezza ed efficacia interpretò la spinta postconciliare, trasportandone tutta la ventata di novità culturale e un rinnovato senso di impegno concreto nel volontariato laico". Dice Annalisa Bertolazzi, altra storica presidente del Mlal, aveva solo 23 anni quando conobbe Armando Oberti: "Era stato incaricato direttamente dalla Conferenza Episcopale italiana- ricorda ancora la volontaria veronese- per costruire, all’indomani del Concilio, il settore laici del Centro Ecclesiale Italiano per l’America Latina".
"Oberti dunque si mise immediatamente al lavoro. Incontrava uno a uno personalmente tutti coloro che già operavano o partivano per l’America Latina. Aveva una presenza fisica e un’autorevolezza che a me, giovinetta di 23 anni, intimidirono un po’, ma che davano anche il segno di quanto avesse a cuore quell’incarico. Si trattava infatti di missioni che ci avrebbero visti inseriti in contesti molto diversi e difficili, così Oberti voleva valutare attentamente lo spessore di ogni singolo volontario laico. Fu lui a dare vita al movimento di laici per l’America latina. Nel 1969, alla mia partenza, il suo movimento contava già 119 volontari".
Oberti era nato a Vailate, in provincia di Cremona, il 9 luglio 1926. Dopo una Laurea in Lettere classiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nei primi anni Cinquanta si era trasferito nella capitale per ragioni di lavoro fino a raggiungere, dopo diversi incarichi di responsabilità, la nomina ad amministratore delegato della Società degli Aeroporti di Roma, sempre però impegnato anche nell’ambito ecclesiale. E fu allora che venne convocato dalla Cei per attuare il progetto culturale postconciliare: "immediatamente cominciò a coagulare risorse culturali di grande spessore in Italia e in America latina. – ricorda ancora Annalisa Bertolazzi - Erano gli anni della dittatura in Brasile e lui cominciò a collaborare attivamente con le diocesi e i singoli laici partiti volontariamente, invitando in Italia i vescovi più impegnati, gli esuli, gli educatori più in vista (come il brasiliano Paolo Freire), e cominciando a diffonde in un unico ciclostile, “Lettera Agli Amici“ (così si chiama ancora la newsletter di ProgettoMondo Mlal, ndr) le lettere di riflessione che spedivano i volontari impegnati soprattutto in Brasile, Argentina Venezuela".
Fu da questa magnifica rete di uomini e volontari (ma la tesserata numero 1 la modenese Annamaria Mellini allora impegnata in Brasile, era una delle tantissime donne che storicamente ancora costituiscono l’ossatura di ProgettoMondo Mlal) che Oberti costruì poi il movimento anche indipendente Mlal di cui fu dunque primo presidente.
"Il contributo di Oberti anche all’interno della Chiesa fu enorme –sottolinea Don Giulio Girardelli, che all’epoca era vicerettore del Seminario per l’America latina di Verona e che poi a fine anni ’70, di ritorno dal Brasile, divenne anche assistente spirituale del Mlal – a lui si deve la diffusione del pensiero della liberazione in Italia. Anche scontrandosi a volte con una Chiesa non sempre benevola (Paolo VI ad esempio non agevolò le iniziative culturali di Oberti), fece arrivare in Italia tutto il meglio di ciò che esprimeva in quegli anni l’America latina. Benché lui interpretasse proprio le indicazioni postconciliari e un incarico che gli veniva direttamente dalla Conferenza Episcopale italiana, il suo lavoro non fu sempre facile. Ma non si arrese mai".
Oberti raccoglieva dal Brasile la grande spinta educativa che allora coinvolgeva le classi più povere in un lavoro di alfabetizzazione e riscatto, ma anche la lotta per la terra, e le prime battaglie civili in difesa dei Diritti Umani.
A questo scopo Armando Oberti fondò anche una collana editoriale Asal, grazie alla quale vennero pubblicati moltissimi pensatori e autori latinoamericani.
Anche Rinaldo Ghersi, altro volontario medico del Mlal, in partenza per l’Ecuador passò sotto il severo esame di Armando Oberti: "nel 1974, alla fine del corso di orientamento Mlal, - ricorda ancora oggi – c’era il colloquio dei candidati volontari con ”il dottor Oberti”. Lui sosteneva che lo specifico del laico era il lavoro, la professionalità... idea non banale in ambenti che a volte preferirebbero un pio ed obbediente macellaio a un agnostico e bravo chirurgo. L’idea della realizzazione nel lavoro è difficile, ed è comune anche a gruppi ecclesiali conservatori... ma Oberti amava il Concilio, il Ceial, il Mlal".
E Ghersi lo ricorda anche al suo rientro in Italia: "quando qualcuno nelle riunioni formulava una proposta impegnativa e Oberti concludeva: “idea interessante, cerca di realizzarla tu che l’hai proposta”, una piccola lezione di responsabilità. Grazie ad Armando, pace a lui, pace a noi tutti".
Il funerale del primo Presidente Mlal, e più tardi anche primo presidente della Federazione delle Organizzazioni Cristiane di Servizio internazionale Volontario (Focsiv), si è svolto sabato 23 giugno nella Parrocchia S. Gregorio, di via Gregorio VII a Roma.

Leggi anche l'articolo su Azione Cattolica

Lucia Filippi
Comunicazione ProgettoMondo Mlal

Golpe in Paraguay, tagliata la luce alla TV di Stato

Sabato 23 giugno, alle 5 di pomeriggio, il governo golpista invia la polizia nella sede della Tv di Stato (l'equivalente della nostra Rai, con soli 6 mesi di funzionamento al aire) per ordinare a giornalisti e operatori di chiudere la programmazione attuale.
La notizia si diffonde rapidamente e un gruppo di giovani, studenti di giornalismo e comunicazione, e professionisti indipendenti del settore, si raduna in strada dando inizio a una piccola manifestazione pacifica contro il governo golpista.
Da parte sua la Tv Pubblica comincia a trasmettere quanto sta succedendo in strada e spontaneamente si aggiungono via via sempre più persone, fino a trasformare l’happening in una vera e propria manifestazione di piazza in cui, ciascun cittadino si sente libero di manifestare la propria opinione e ripudio alla dittatura.
La festa continua fino all’una di notte, quando sul posto si presenta anche il presidente destituito Fernando Lugo, dichiarando che i golpisti vanno considerati responsabili per avere riportato il Paese all'epoca della dittatura, che vanno considerati anche collusi con mafia e narcotraffico (in allusione aperta a Horacio Cartes, uno dei leader del partito Anr, noto imprenditore) e quanto sta accadendo aumenterà la povertà estrema della popolazione. La trasmissione continua fino alle 4 della mattina di domenica mentre, in parallelo, le immagini della manifestazione e le dichiarazioni degli intervenuti vengono trasmesse in streaming per i compatrioti emigranti in Argentina, Brasile, Spagna etc etc.
Così, i Paesi del Mercosur iniziano a dare forti segnali diplomatici in segno di protesta contro il golpe, che culminano con il richiamo del corpo diplomatico presente in Paraguay, l'invito alla riunione del MERCOSUR rivolto solamente al presidente destituito Lugo, a cui, domenica 24, inviano un aereo personale per portarlo in Argentina, sede della riunione.
Anche i governi di Venezuela, Colombia, Bolivia, Chile condannano il golpe, e nello specifico il Venezuela richiama il corpo diplomatico, sospende le forniture di petrolio al Paraguay (Venezuela è il principale fornitore di petrolio del Paraguay).
Intanto, a livello locale, la protesta continua con un festival organizzato spontaneamente dai cittadini di fronte alla sede della Tv pubblica, con programmazioni aperte e musiche di protesta, il tutto diffuso in diretta fino alle 3 di domenica quando il governo ordina all'Amministrazione Nazionale di Elettricità di sospendere l’erogazione di elettricità alla Tv di Stato… Con questo atto si consacrano anche pubblicamente la natura dittatoriale e l'atteggiamento di censura adottati dal governo golpista. Ritorna lo spettro delle dittature militari.

Francesco Anichini
ProgettoMondo Mlal Paraguay

Triciclos: Pedalare per sognare un futuro migliore

Quando si parla di taxi la prima immagine che viene in mente sono le auto bianche che circolano numerose nelle grandi città italiane e che trasportano persone in cambio di ricche tariffe. Appena usciamo però dai confini del nostro Paese ci accorgiamo che, in molti luoghi, il taxi può essere molto più economico, non sempre un automobile… persino un mezzo a trazione umana!
Dai film, documentari o racconti di amici viaggiatori, molti conoscono già i caratteristici Risciò indiani o cinesi. Mezzi umili, e a volte improvvisati, spinti esclusivamente da forza e pazienza di persone appartenenti a classi sociali basse.
Meno persone, invece, sanno che questi mezzi sono diffusi anche in Nicaragua, ma con una differenza: mentre nei Paesi asiatici il conducente precede i passeggeri, qui le posizioni sono invertite: il conducente spinge letteralmente i viaggiatori.
Il triciclo (o Chunche) viene costruito da artigiani specializzati che uniscono la parte posteriore di una bicicletta (ruota, sella e pedali) a una struttura a “casetta”, composta da tubolari di ferro saldati tra loro, che viene poi rivestita da una tela impermeabile. Una struttura semplice ma funzionale, a un costo accessibile per molti.
Ecologico, economico per i clienti, e sufficientemente rapido e confortevole nelle brevi distanze, si è diffuso rapidamente in questo Nicaragua. Ne è un esempio Chinandega, città di circa 150.000 abitanti situata nell'area nord-ovest del Paese.
L'idea di costruire tricicli e di offrire, con questi, un servizio di trasporto-passeggeri è nata negli strati sociali più poveri della popolazione locale che, trovandosi in una situazione generale di povertà e disoccupazione, trova in questo mezzo l'opportunità di assicurarsi un salario e quindi di mantenersi e mantenere la propria famiglia.
Secondo Miguel Angel Ordonhas Reyes, impiegato del Dipartimento di trasporti Intramunicipali, sono 1150 i mezzi legali e circa 300 quelli abusivi. La maggior parte sono giovani al di sotto dei 30 anni, di cui solo 5 sono donne (tutte ragazze madri).
E' un lavoro umile e faticoso: secondo il parere di molti medici, dopo 3-4 anni di lavoro i triciclistas presentano problemi alla prostata e alla colonna vertebrale causati dallo sforzo prolungato.
Ma rappresenta una valida alternativa alla vita di strada e dà speranza in un futuro migliore. Secondo le stime del Municipio di Chinandega, infatti, circa l'80% dei conducenti di taxi-triciclo hanno alle spalle situazioni difficili. Facevano parte di pandillas (bande giovanili) e abusavano di alcool e droghe.
Juan Pablino Blanco (Pallino per gli amici), 41 anni, è originario della zona rurale di Chinandega, ma vive ora in città, in una piccola casa insieme alla moglie e ai 2 figli.
Quella di Pallino è la storia di tanti Triciclistas di Chinandega.

Pablino, cosa faceva prima di iniziare a lavorare come tassista?
Ho studiato al Collegio Mercantile di Chinandega senza però riuscire a concludere i miei studi. Grazie alle mie conoscenze avevo comunque trovato un posto di lavoro come impiegato contabile in una grande impresa chimica di Managua. Questo fino al 2002, quando mi sono ritrovato per strada e senza un lavoro a causa dei tagli al personale decisi dall'azienda.
Sono così tornato a Chinandega dove ho imparato il mestiere di elettricista accompagnando un mio amico che aveva tutti gli attrezzi necessari e che mi insegnava come fare. Mi piaceva.
Perché non ha proseguito con l'attività di elettricista?
Non avevo gli attrezzi per poter mettermi in proprio e lavoravo troppo poco per mantenermi. Avevo già un bambino piccolo e dovevo procurarmi i beni di prima necessità. Così dal 2004 ho preso la decisione di affittare un mezzo e lavorare nelle giornate in cui non avevo niente da fare come conducente di triciclo.
Tutti posso fare questo lavoro. Ti permette di guadagnare da subito quel tanto che basta.
Devi solo mangiare a sufficienza e abituarti al grande sforzo.
Sono molti a fare questo lavoro?
E’ un lavoro duro ma il guadagno è immediato e sufficiente. E grazie a questo lavoro molti giovani, e anche meno giovani, sono usciti dalle “pandillas” (bande locali).
E’ un’attività che ha creato molti posti di lavoro, non solo per quanto riguarda i conducenti dei tricicli. Dagli artigiani che producono e riparano il mezzo, ai sarti che forniscono i rivestimenti; dai rivenditori di bici, ai gommisti che riparano le gomme bucate. Persino per gli impiegati del Comune che devono occuparsi del rilascio dei permessi.
Mi racconti una sua giornata tipo.
Lavoro 7 giorni alla settimana, dalle 6:00 del mattino fino alle 6:00 di sera. Le uniche soste che mi concedo sono il pranzo in famiglia e un'ora con i miei amici nel pomeriggio. Mi fermo nell'angolo di “donde fue mi rancho 1 cuadra al norte”. In quel posto è fissato il nostro ritrovo. Poi mi fermo quando sono costretto dalla pioggia troppo forte.
Dopo 8 anni di lavoro ho la mia clientela. Per esempio Juana e Ana sono due bambine di un'amica e io ogni mattino alle 7:30 le porto a scuola nella parrocchia di Santa Ana.
Poi mi fermo dalla madre che mi offre un buon caffè, così ho la colazione garantita.
Svolge la sua attività in zone stabilite?
No, non ho una sola zona. L’area centrale della città non è molto estesa e quindi seguo semplicemente la mia esperienza o il mio istinto. So, ad esempio, che al mattino c'è gente attorno mercato del Municipio, mentre nel pomeriggio la gente si sposta dall'altra parte della città, verso il “Parque Central”.
Ci sono poi 2 zone vietate, in pieno centro e nel mercato, perché i triciclos causerebbero imbottigliamenti. Qualcuno infrange la legge perché sono zone dove puoi trovare tanti i clienti, ma io non rischio. I controlli sono frequenti e le multe salate.
A quanto ammonta il suo ricavo giornaliero?
Riesco a incassare circa 200 Cordoba al giorno (7 euro) che sono sufficienti per fare la spesa per la mia famiglia.
Alcune giornate mi vanno meglio, altre invece non prendo molto. Ieri, per esempio, sono riuscito a comprare anche delle scarpe nuove a mio figlio. Era davvero contento.
Dipende molto anche dal tempo. Se piove ho più clienti, ma se piove troppo, come spesso succede, sono costretto a fermarmi perché si allagano le strade.
Siete organizzati in associazioni o cooperative?
Ci sono 4 cooperative che gestiscono il mercato. La mia si chiama “Ciclotaxi”.
Non offrono alcun servizio a beneficio dei propri soci. Pagando la retta annuale si limitano ad aiutarci nelle pratiche per avere i permessi del Municipio.
Che progetti ha per il futuro? E' deciso a continuare in questa attività?
Un giorno vorrei smettere di fare il tassista. Il lavoro è duro e io sto invecchiando.
Avrei il progetto di trasferirmi in campagna dove vivevano i miei genitori. Vorrei costruirmi una piccola casa nella Comarca di Norwin de Inglaterra, a circa 30 minuti di bus dal centro e comprare un mulino per macinare farina e produrre tortillas.
Non ho ancora i soldi per comprare il materiale necessario, ma sto lavorando a più non posso e un giorno realizzerò il mio sogno. Non so quando, ma accadrà.

Damiano Crosaro
Progetto Futuro Giovane
Casco Bianco Nicaragua

sabato 23 giugno 2012

Golpe in Paraguay, inizia la repressione

Funzionari della Televisione di Stato del Paraguay circondati da forze polizia che impediscono di lavorare e uscire dai locali della Televisione. Inizia la repressione del nuovo governo golpista in Paraguay.
È ufficiale il circo istituzionale montato dal Parlamento termina con un Golpe al presidente Lugo, contrariamente alla volontà del popolo sovrano, delle forze armate e della polizia nazionale e della diplomazia regionale (UNASUR).
È l'ultimo pezzo di puzzle di una perversa macchinazione iniziata il 15 giugno con un massacro di innocenti tra polizia e contadini nella località di Curuguaty, Dipartimento di Canindeyu. Si tratta di una proprietà fiscale usurpata da un proprietario terriero di nome Blas N. Riquelme, ex membro della cupola della dittatura di Stroessner, dove un gruppo di contadini, in nome della Riforma Agraria, stava rivendicando il proprio diritto di accesso alla terra e la polizia stava compiendo l'ordine di sgombero della "proprietà".
La proprietà in questione in realtà è dello stato e Riquelme figura come accusato da istituzioni statali e dalla Commissione Verità e Giustizia di aver ottenuto tale terra (2.000 ettari su piu di 300.000 che possiede) in modo illegale.

Francesco Anichini,
ProgettoMondo Mlal Paraguay

venerdì 22 giugno 2012

Il pranzo della festa

È sabato e come tutti i sabati non mi devo preoccupare per il pranzo: oggi si mangia Nacatamales! Quella che qui in Nicaragua è una tradizione lo è presto diventata anche per me. I Nacatamales sono infatti il piatto tipico del weekend.
Camminando per le strade di Chinandega, la città dove vivo ormai da più di 3 mesi svolgendo il mio anno di Servizio Civile nel progetto “Futuro Giovane”, avevo notato che durante il fine settimana su porte e cancelli di alcune case vengono appesi dei cartelli con su scritto “Hay nacatamales”(abbiamo nacatamales).
Immaginavo fosse qualcosa da mangiare, e così un giorno incuriosita mi sono decisa a entrare nella casa della nostra vicina, Paula Francisca.
Non sapevo bene cosa aspettarmi, né quale quantità ordinare e tanta indecisione ha fatto sorridere Doña Paula Francisca che, alla fine, ha deciso per me. Salendo su una sedia ha tirato fuori da un grande pentolone nero di forma cilindrica posto sul fuoco due nacatamales fumanti, li ha messi in un sacchetto invitandomi a tornare a casa sua il giovedì successivo, orgogliosa di spiegarmi e mostrarmi tutta la preparazione.
Tornata a casa, apro la busta e mi ritrovo davanti un fagottino di foglie legato insieme con un nastrino di plastica. Tolte le foglie si scopre un impasto fatto con mais, riso e pezzi di carne di maiale. Il sapore è buono, ma voglio saperne di più. E così il giovedì successivo, puntuale alle 8 del mattino, mi presento a casa di Doña Paula che è già con le mani occupate.
La sua giornata è iniziata da diverse ore e, ad aiutarla, ci sono altre 3 signore. Sempre con il sorriso, e senza mai smettere di lavorare, risponde a tutte le mie domande. Mi racconta che i Nacatamales sono un piatto tipico nicaraguense e che, anche se non sa spiegarmi perché, si mangiano solamente durante il fine settimana, soprattutto il sabato.
Il processo di preparazione è lungo ed è suddiviso in diverse fasi. Lei ha imparato da sua zia e poco a poco si è specializzata. Ha così deciso che quella sarebbe stata la sua attività, che svolge ormai da più di 30 anni. Ha iniziato preparando 50 Nacatamales e come tutti ha messo il cartello fuori la porta di casa.
I clienti sono arrivati e poi sono anche tornati, tanto che adesso ne prepara 350 alla volta che si esauriscono presto prima della domenica, ma mi assicura che non pensa di aumentare ancora le quantità. Dopo aver visto tutto il procedimento non mi è difficile capirne il perché.
Il primo ingrediente da rimediare per cucinare i Nacatamales sono le foglie di banano che rappresentano anche l’ingrediente più caro e che servono a dare un sapore particolare al piatto. Si possono trovare più facilmente nella zona rurale, dove te le vendono già pronte per cucinare. Bisogna infatti previamente ammorbidire le foglie immergendole nell’acqua bollente o passandole sopra una fiamma e successivamente stenderle al sole. Per ultimo si devono privare delle venature. Si vendono in rotoli da 12 foglie l’uno ed ogni rotolo costa 30 C$ (il cordoba è la moneta nazionale e 30 C$ equivalgono ad 1€).
Il mercoledì si va quindi a comprare le foglie di banano, mentre la preparazione vera e propria inizia il giovedì.
La sveglia suona prima dell’alba, alle 3 del mattino circa, e si inizia con il cucinare il mais. Per preparare i suoi 350 Nacatamales, Doña Paula utilizza più di 13 kg di mais. Il mais viene lavato e cucinato, dopodiché bisogna macinarlo al mulino. Non avendo un mulino proprio, Doña Paula impiega circa un’ora per andare al mulino e tornare con il mais già macinato, colato e pronto per essere fritto.
Tornata a casa deve mettere il mais a friggere in un pentolone per due ore circa, insieme al grasso del maiale, la cipolla, l’aglio, i peperoni, un po’ di peperoncino e semi di achiote che darà al mais un aspetto rossastro. L’achiote è un colorante naturale e un condimento ricco di proprietà terapeutiche, conosciuto e utilizzato in cucina fin dai tempi dei Maya. Il suo uso in cucina è molto diffuso in tutto il continente sudamericano e nei Caraibi.
Nel frattempo che si frigge il mais, si mette la carne di maiale, circa 27 kg, in un altro pentolone e si lascia insaporire con mostarda, aceto, achiote, sale, pepe e circa 9 kg di lardo di maiale. La carne non va cotto in questo passaggio, ma si cuocerà insieme agli altri ingredienti più tardi.
Gli ultimi due ingredienti da preparare, prima di passare alla composizione vera e propria del piatto, sono il riso e le patate. Non c’è bisogno di cottura per nessuno dei due. Il riso viene lasciato in ammollo nell’acqua in modo che si ammorbidisca un po’ e le patate vengono pelate e tagliate a rondelle così da averle già pronte per la fase finale.
Adesso che tutti gli ingredienti sono pronti si passa alla composizione. Si sistemano due mezze foglie di banano su un ripiano incrociandole tra loro; al centro delle foglie si mette, in ordine, un mestolo abbondante di mais, un pezzo di carne e uno di lardo, una manciata di riso, una patata, cipolla, si condisce con sale, un po’ di uva passa e il tocco finale: delle foglie di menta.
Si chiude il tutto piegando prima i lati più lunghi della foglia e poi quelli più corti. A questo punto, Paula Francisca passa il fagottino così preparato alla sua aiutante che li lega con del filo e li sistema uno sopra l’altro in un angolo. Alle spalle di Doña Paula le altre due aiutanti ripetono lo stesso procedimento. Le quattro donne impiegano circa 4 ore per preparare in questo modo i 350 Nacatamales.
Una volta preparati si passa alla cottura. Si fa bollire l’acqua del pentolone che avevo visto la prima volta lì vengono poi messi i Nacatamales che devono cuocere per circa 4/5 ore.
Finalmente, dopo più di 12 ore di lavoro, già dal giovedì sera, si può assaggiare questa prelibatezza ma, come dicevo prima, difficilmente la gente li compra prima del venerdì: rappresentano infatti un classico piatto da weekend.
Doña Paula adesso si deve solo preoccupare, con l’aiuto della figlia, di mantenere al caldo i Nacatamales, lasciandoli nel pentolone con l’acqua e di ricevere e servire il viavai di gente che passa nel cortile di casa.
Tra i clienti ci sono anche io che, al prezzo modico di 25 C$ per ogni nacatamal. Devo solo sbrigarmi a tornare a casa prima che si raffreddino. Accompagnati da un succo di frutta naturale, preparato da un’altra vicina di casa, metto in tavola un piatto unico, tipico e sostanzioso, forse non proprio leggero (come mi assicura Doña Paula), ma sicuramente delicioso… e il pranzo è servito!

Marianna Costanzo
Casco Bianco Nicaragua
ProgettoMondo Mlal

giovedì 21 giugno 2012

2013 anno internazionale della Quinoa, il grano andino “madre di tutti i semi”

Mercoledì 6 giugno a Cochabamba, Bolivia, si è conclusa, dopo 3 giorni intensi, la 42° Assemblea Generale dell’OEA, Organizzazione degli Stati Americani.
L’incontro si è concluso positivamente per quanto riguarda il tema principale del Forum, ovvero la sicurezza alimentare del continente americano e il diritto di accesso all’acqua potabile come diritto fondamentale per qualsiasi essere umano. È stata infatti approvata per acclamazione dai 18 paesi presenti la “Dichiarazione di Cochabamba”, con eccezione di Chile e USA.
Inoltre, è passata anche una risoluzione proposta dal Governo boliviano che dichiara il 2013 come “Anno Internazionale della Quinoa” e proclama Evo Morales, presidente dello stato plurinazionale della Bolivia, ad ambasciatore onorario della FAO.
Altro passo importante è stata l’approvazione di una risoluzione che mira al rispetto concreto nel continente dei diritti umani. Secondo il ministro degli esteri boliviano, David Choquehuanca, la Dichiarazione di Cochabamba permette un avanzamento decisivo verso il compimento dei diritti dei popoli, nonché una tappa fondamentale per la definizione di politiche e strategie congiunte che garantiscano uno sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti umani, e un’alimentazione equa e sana.
La 42° Assemblea Generale dell’OEA ha adottato la Carta Sociale dei popoli americani, proposta nel 2001 e promossa dal Venezuela per dare impulso allo sviluppo integrale della regione.
L’articolo 1 della suddetta Carta è molto chiaro al riguardo: "il popolo americano ha una legittima aspirazione per la giustizia sociale e i loro governi hanno la responsabilità di promuoverla. Il popolo americano ha il diritto allo sviluppo in un quadro di solidarietà, equità, pace, libertà, e gli Stati l'obbligo di promuoverle, al fine di sradicare la povertà, soprattutto la povertà estrema, e di raggiungere standard di vita decenti per tutte le persone".
Il documento, più in generale, pone enfasi sullo sviluppo sociale, le pari opportunità e il principio di non discriminazione. "Gli Stati membri hanno la responsabilità di sviluppare e attuare politiche e programmi di protezione sociale, sulla base dei principi di universalità, solidarietà, non discriminazione e uguaglianza". Esso prevede inoltre che "gli Stati riconoscano il contributo dei popoli indigeni e delle comunità migranti di origine africana, nonché il processo storico in divenire e la promozione del suo valore".
Nel testo vengono inoltre sottolineate la solidarietà e la cooperazione regionale. "Gli Stati membri, ispirandosi ai principi di inter-americana solidarietà e di cooperazione reciproca, si impegnano a lavorare insieme per raggiungere la giustizia sociale nelle relazioni internazionali e garantire ai loro popoli un complessivo sviluppo, condizioni essenziali per la pace e la sicurezza".
Il documento conclude che: "lo sviluppo integrale comprende, tra gli altri, lo sviluppo economico, sociale, educativo, culturale, scientifico, tecnologico, il lavoro, la salute e l’ambiente. Uno sviluppo integrale e sostenibile che deve essere ottenuto nell’emisfero, e devono inoltre essere chiari gli obiettivi che ogni paese si prefigge di raggiungere per arrivare al medesimo scopo concertato”.
Altra tappa molto importante è stato l’annuncio ufficiale da parte delle Nazioni Unite che il 2013 sarà l’anno internazionale della Quinoa, il “supercereale” che secondo l’Onu potrebbe contribuire più di altri alimenti a garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e lo sradicamento della povertà nel pianeta.
Jose Graziano da Silva, direttore generale della Fao, ha dichiarato il 2013 l’Anno internazionale della Quinoa per focalizzare l’attenzione del mondo sul ruolo di questa pianta erbacea della stessa famiglia degli spinaci o della barbabietola, ma che, pur non essendo un cereale, può essere utilizzata in modo simile a questi e quindi viene considerata uno “pseudo” cereale, sottolineando come la Quinoa oltre a essere una sorta di grano con alti livelli di proteine e componenti micronutrienti possiede una “straordinaria capacità di adattamento” a climi differenti. È un alimento particolarmente dotato di proprietà nutritive, contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco, è anche un’ottima fonte di proteine vegetali; contiene inoltre grassi in prevalenza insaturi.
Il segretario generale della Fao ha precisato che la Quinoa può essere coltivata a 4000 metri di altitudine, resiste anche a bassissime temperature ed è il cereale che ha meno bisogno di acqua per essere coltivato.
È da sottolineare il fatto che la Bolivia è il primo produttore ed esportatore al mondo di Quinoa, e negli ultimi anni la produzione e le conoscenze su questa antica coltura hanno compiuto grandi passi in avanti, anche grazie alla politica di incentivi avviata dal governo dello stato plurinazionale boliviano per coltivarla. Inoltre questo alimento è secolarmente un elemento importantissimo della dieta boliviana, dalle vette dell’altopiano ai territori delle valli, da Oriente a Occidente. Difatti per il suo buon apporto proteico costituisce da sempre l’alimento base per le popolazioni andine, gli Inca chiamano la quinoa “chisiya mama” che in quechua vuol dire “madre di tutti i semi”.
Per concludere, in questi 3 giorni intensi di dibattiti e di lavori, che hanno anche visto un’importante partecipazione giovanile e una concreta attenzione dell’opinione pubblica boliviana e americana in generale a tali tematiche, sono stati compiuti importanti passi in avanti per risolvere quella che purtroppo ancora oggi rappresenta una delle piaghe più grandi del nostro pianeta, ovvero la denutrizione e il non rispetto dei diritti umani. Grazie a questi accordi multilaterali c’è la speranza che nei prossimi anni l’impegno degli stati dell’emisfero sia ancor più concreto e forte, e che in maniera congiunta si possa realmente arrivare a eliminare drasticamente povertà e malnutrizione nel continente, con la consapevolezza che tali sforzi devono essere comuni, e che solo esprimendo un’unica voce e una politica congiunta si possa davvero arrivare al traguardo nel minor tempo possibile.

Cos’è l’OEA
L’Organizzazione degli Stati Americani è la più antica organizzazione regionale del mondo e risale alla Prima Conferenza Internazionale che si è tenuta a Washington DC nell’ottobre del 1889.
In quella data si è deciso di creare l'Unione Internazionale delle Repubbliche americane e si è cominciato a tessere una rete di regole e istituzioni che divenne nota come "sistema americano", il più antico sistema istituzionale internazionale.
L'OEA è stata fondata nel 1948, quando si è firmata a Bogotà, Colombia, la Carta dell' Organizzazione degli Stati Americani, che è entrata in vigore nel dicembre del 1951. Successivamente, la Carta è stata modificata dal protocollo di Buenos Aires, firmato nel 1967, ed entrato in vigore nel febbraio dello stesso anno; in seguito modificata nel 1970 dal Protocollo di Cartagena de Indias, firmato nel 1985, entrato in vigore nel novembre del 1988; dal protocollo Managua, firmato nel 1993, entrato in vigore nel gennaio del 1996, e dal Protocollo di Washington, firmato nel 1992, entrato in vigore nel settembre del 1997.
L'organizzazione è stata fondata con l'obiettivo, previsto dall'articolo 1 della Carta, "di creare un ordine di pace e giustizia, per promuovere la solidarietà dei suoi Stati membri, per rafforzare la loro collaborazione e difendere la propria sovranità, integrità territoriale e indipendenza".
Per raggiungere i suoi scopi principali, l'OEA si basa sui suoi pilastri fondamentali che sono la democrazia, i diritti umani, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile.

Luca Di Chiara
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal
Progetto Bienvenidos!

mercoledì 20 giugno 2012

Crescono i soci del Turismo Responsabile

L’AITR si avvicina alla soglia dei cento Soci mentre, a livello comunitario, è prossima l’approvazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile e Responsabile.
Il concetto di Turismo Responsabile sta ormai interessando le realtà più complesse del turismo italiano. Non si spiegherebbe altrimenti il grande successo che sta avendo la nostra Organizzazione la cui base associativa, in un crescendo quasi impensabile, si sta ormai avvicinando alla soglia dei cento Soci. Una cifra che potrebbe anche apparire di poca entità ma che tale non è solo che si pensi che i nostri Soci sono tutte persone giuridiche”. E’ quanto afferma Maurizio Davolio, Presidente dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), che proprio in questi giorni ha tenuto a Bologna la propria Assemblea. “Per dare una chiara idea del valore di questo dato, continua Davolio, basti pensare che fra i nostri Soci figurano 18 organizzatori di viaggio (tour operator che programmano viaggi ispirati ai principi del turismo responsabile nel mondo), 13 organizzazioni non governative (tra cui ProgettoMondo Mlal che ne è socio fondatore, ndr) che gestiscono progetti di sviluppo turistico nel Sud del Mondo, numerose cooperative che offrono forme di turismo responsabile in Italia, due importanti editori come Touring e Lonely Planet, grandi associazioni nazionali come Legacoop, Arci, WWF, CTS, Borghi Autentici d’Italia per finire all’ECPAT e a Ferrino”
La filosofia dell’AITR, nata nel 1998, è quella di diffondere il concetto di sostenibilità che si sostanzia nel rispetto dell’ambiente e della cultura locale, ma anche e soprattutto della popolazione che vive nelle destinazioni turistiche. “Per questo, dichiara ancora Davolio, la popolazione locale deve vedersi riconosciuto un ruolo da protagonista nelle scelte di sviluppo turistico del proprio territorio e deve beneficiare il più possibile delle ricadute prodotte dal turismo, siano esse economiche, sociali, imprenditoriali ed occupazionali”.
Sui temi della sostenibilità e dell’etica, l’AITR si confronta continuamente con le organizzazioni di settore, quali l’Astoi e Federviaggio, con diverse Università, alcuni Istituti di Ricerca e con numerose amministrazioni pubbliche interessate.
Un ruolo, quello dell’AITR, che si sviluppa parallelamente all’attenzione che ripone la Commissione Europea nei confronti di questo settore. “L’interesse internazionale per queste problematiche è fortissimo, conclude Maurizio Davolio, al punto che entro l’anno, a livello comunitario verrà approvata la Carta Europea del Turismo Sostenibile e Responsabile che costituirà un paradigma di riferimento per le politiche turistiche degli Stati Membri, degli Enti Locali e dell’industria turistica in generale”.

martedì 19 giugno 2012

Un diploma in migrazione e diritti umani

Il 25 maggio, in una cerimonia all’Istituto di Etica e Sviluppo dell’Università di Lima, è stato inaugurato grazie alla collaborazione con l’Ong Forum Solidaridad Perù e l’Università Antonio Ruiz de Montoya, il primo Diploma in Migrazioni, Diritti Umani e Politiche Pubbliche.
Il corso post-laurea, rivolto a professionisti, funzionari pubblici, membri della società civile e delle associazioni di migranti, ma a cui tutti possono accedere, ha l’obiettivo di approfondire la tematica e offrire gli strumenti efficaci per capire, affrontare e gestire le problematiche inerenti la migrazione, sia a livello pubblico che privato.
Hanno presieduto all’inaugurazione, tra gli altri, la vice-presidente di ProgettoMondo Mlal Ivana Borsotto; il vicedirettore della Ong partner Fórum Solidaridad Perú, Giancarlo Castiglione; e la responsabile per le Politiche di cooperazione in Migrazione e Cambiamento Climatico della Delegazione dell’Unione Europea, Carolina Ibáñez.
In qualità di rappresentante dell’ente finanziatore del progetto Perú Migrante, Carolina Ibáñez ha fatto riferimento nel suo intervento alla “centralità nell’agenda politica europea della migrazione e delle sfide che questa porta con sé per l’Unione Europea. In più, ha evidenziato la profonda necessità di applicare un approccio integrale, basato cioè sui diritti umani, non solo delle politiche migratorie, ma di tutte le politiche attive dell’Unione Europea. Infine, si è congratulata per l’ottima iniziativa, considerandola una grande opportunità per i professionisti del tema, di carattere innovativo, poiché affronta la tematica migratoria in maniera interdisciplinare, prendendo in considerazioni diversi punti di vista.
Infine, la rappresentante dell’Unione Europea si è congratulata per le attività del progetto e sui risultati raggiunti, mettendo in luce quanto il progetto Perù Migrante stia contribuendo, a livello nazionale, a creare una maggiore attenzione sulle problematiche migratorie.

Carlo Giordano
Progetto Perù Migrante
Casco Bianco Perù

venerdì 15 giugno 2012

VIAGGIO “RESPONSABILE” IN MAROCCO. 25 agosto - 3 settembre 2012

ProgettoMondo Mlal vuole essere, prima ancora che agente di cambiamento, veicolo di scambio fra popoli. Per questo motivo, a fianco dei tanti progetti di cooperazione allo sviluppo in via di realizzazione in 21 Paesi del Sud, in qualità anche di socio fondatore dell’Associazione di Turismo Responsabile, ProgettoMondo Mlal promuove l’incontro e lo scambio fra culture differenti, organizzando viaggi di conoscenza e visite alle comunità locali in cui coinvolgere i propri soci, la società civile in generale, le associazioni e il mondo della scuola.
La prossima partenza è per … il Marocco, con una proposta che non tralascia la visita alle città imperiali ma amplia l’esperienza all’incontro con i nostri partner marocchini nelle aree meno “battute” ma interessate ai Progetti “La forza delle donne” e “Bambini in viaggio”.
Si tratta di 10 giorni itineranti, dal 25 agosto al 3 settembre 2012, accompagnati dall’equipe ProgettoMondo Mlal Marocco, attraverso le città di Casablanca, Marrakech, Meknes, Fes, Beni Mellal, e nei douar del Medio Atlante. Le diverse sistemazioni rispetteranno il più possibile l’offerta locale con gestione famigliare e uno stile sobrio e autentico. Per il soggiorno nei villaggi di montagna, il pernottamento sarà nei rifugi.
Il prezzo del pacchetto completo (con pernottamenti, colazioni, pranzi, cene, spostamenti in autobus) è di 780 euro (sulla base di 6 persone) non comprende il viaggio aereo internazionale (stimato a oggi sui 400 €), e gli extra in generale.
I partecipanti al viaggio potranno essere massimo 12, proprio per tutelare la facilità di approccio, di trasferimento, gli incontri e lo scambio.

Le prenotazioni dovranno pervenire all’ufficio ProgettoMondo Mlal Turismo entro il 15 luglio.
ProgettoMondo Mlal, viale Palladio 16, 37138 Verona - turismo@mlal.org – 045.8102105 (Gianni)

Brasile, l'autenticità di un Paese in pieno cambiamento

15 giorni di viaggio conoscenza nello stato di Bahia da Salvador al Parco Naturale della Chapada Diamantina

Il Brasile è da qualche tempo di nuovo sotto i riflettori internazionali e, forse per la prima volta nella sua storia moderna, a fare notizia non è la sua Nazionale di calcio o il Carnevale di Rio quanto piuttosto la sorprendente corsa allo sviluppo economico e sociale del Paese, inaugurata con l'elezione del suo ex dirigente sindacalista Lula a capo del governo, divenuta ormai inarrestabile.
Certo le contraddizioni tra i più ricchi e i sempre poveri non mancano, ma l'euforia per un cambiamento che si fa più vicino e reale è palpabile ovunque.
Dunque, quale migliore occasione per visitare il Brasile prima che i due prossimi grandi eventi in programma (Mondiali del 2014 e delle Olimpiadi del 1916) non contribuiscano a mutare ancora più freneticamente il volto di questo Paese?
Per un’esperienza di turismo responsabile e interscambio culturale con le realtà sociali,ProgettoMondo Mlal propone di raggiungere Casa Encantada, un Centro Interculturale e una casa di ospitalità aperta a Salvador de Bahia sulla scia di 35 anni di presenza di ProgettoMondo Mlal in Brasile.
Con la cooperativa Viaggi Solidali, che come la nostra organizzazione fa parte dell'Associazione italiana Turismo Responsabile, abbiamo elaborato una proposta di viaggio di 15 giorni attraverso lo stato di Bahia che coniuga l'esperienza naturalistica alla conoscenza sociale culturale dei suoi abitanti.
Il viaggio, ideale per la coppia in viaggio di nozze così come per un gruppo di amici che vuole lasciare le solite rotte dei tour operator internazionali, propone di immergersi per due settimane nella caratteristica atmosfera bahiana di Salvador, riconoscere le radici culturali dell'antica tradizione portoghese che affonda nell'afro..., vivere il suo mare cristallino dalla parte dei suoi abitanti (i pescatori di Acupe o gli ecologisti di Tamar), esplorare il suo entroterra a partire dalla bellezza naturale della Chapata Diamantina fino alla realtà socio-produttiva dei terreni occupati dal movimento Sem Terra, lasciandosi guidare da personale sempre esperto e motivato, attraverso il famoso centro storico del Pelorinho come anche nelle periferie popolari di Salvador, tra i bambini di Casa do Sol, per poi tornare ogni sera in un'accogliente pousada brasiliana che guarda al turismo responsabile come a un diverso stile di accoglienza e a un'affascinante opportunità di conoscenza.

Scarica il pdf con le informazioni sul viaggio

Giovani piacentini alla scoperta della Bolivia

Zaini in spalla e tante aspettative per i giovani piacentini che il 20 luglio partiranno per la Bolivia accompagnati dalla volontaria di ProgettoMondo Mlal, Danila Pancotti.
Grazie al programma Kamlalaf, patrocinato anche quest’anno dal comune di Piacenza per promuovere percorsi formativi che portino i giovani a confrontarsi con sé e gli altri, i ragazzi in partenza visiteranno il Paese andino in lungo e in largo, con un itinerario studiato apposta per loro da Tusoco Viajes un tour operator nato nel 2009 come braccio commerciale della Red Tusoco (partner locale di ProgettoMondo Mlal nel programma Bienvenidos!) che si trova a La Paz, porta di ingresso della Bolivia, nella calle Sagarnaga, cuore pulsante del turismo della città.
L’obiettivo è un approccio al Paese diverso dalle solite rotte, grazie alla visione dei nostri progetti di cooperazione allo sviluppo che, su vari livelli, permettono il contatto con realtà divergenti e complesse: dalla detenzione e il recupero dei giovani trasgressori, alla realtà delle organizzazioni di bambini lavoratori. Dalla produzione locale per la salvaguardia della sovranità alimentare, alla tutela delle comunità di allevatori della vigogna fino alla crescita del turismo rurale del Paese.
Filo conduttore dell’esclusiva e preziosa esperienza, sarà proprio quello del viaggio inteso come possibilità di confronto e sostegno delle popolazioni locali.
Socia fondatrice di Aitr - Associazione italiana turismo responsabile - la nostra organizzazione punta infatti a migliorare la rete turistica delle comunità rurali boliviane e a rafforzare le loro capacità commerciali, estendendo l’offerta dei percorsi tanto a livello nazionale come europeo.

Marocco. Giovani e Tabù

Actuel Hébdo”, settimanale generalista di attualità, che ha per motto l’”esprit ouvert” (“la mente aperta”), riporta in copertina l’immagine di due carote incrociate a mo’ di divieto e il titolo emblematico: “Sexe: le calvaire du célibat”, ovvero, “Sesso: il calvario del celibato”.
Ovviamente, curiosa di capire che cos’hanno a che fare le carote con il sesso, prendo la rivista al volo.
Il n. 138 della rivista ha un dossier dedicato a testimonianze di giovani marocchini/e che parlano della loro vita sessuale da celibi, definendola “un calvario”, ma ancora nessun accenno alla storia delle carote…
Il dossier è però interessante e mi aiuta a riordinare le idee rispetto a situazioni percepite a Beni Mellal e dintorni. In Marocco ormai l’età del matrimonio è a 29 anni per le donne e a 31 per gli uomini. Sono sempre più frequenti le relazioni prematrimoniali o, quanto meno, se ne parla di più.
Potrebbe sembrare normale ma siamo in Marocco, dove il divieto culturale si unisce a quello religioso e i due si scontrano alle pulsioni tipiche e normali dei giovani. Tra l’astenersi e lo sconvolgere apertamente l’ordine socio-culturale e familiare prestabilito è difficile trovare il giusto mezzo, e l’unica maniera è avere dei rapporti di nascosto. E’ evidente che la percezione della sessualità si sta trasformando: non solo nella metropoli di Casablanca ma anche nella Beni Mellal provinciale si vedono gruppi misti e perfino coppiette che si tengono per mano o si abbracciano per strada. A scuola le classi sono miste e così sono anche i luoghi di lavoro.
In una società dove i rapporti prematrimoniali sono illeciti, ma dove l’uomo comunque deve dimostrare la sua virilità, il sesso prematrimoniale è una tappa d’obbligo per molti ragazzi.
I giovani più abbienti sono al sicuro sotto il tetto di uno degli appartamenti di famiglia, ma quelli di estrazione più popolare devono destreggiarsi tra parcheggi (per chi ha un’auto), stanze in appartamenti condivisi, terrazze di palazzi e buie sale cinematografiche.
Quanto alle ragazze, seppur persuase che avere delle relazioni sessuali prima del matrimonio sia possibile, sono allo stesso tempo convintissime che la donna debba conservare la sua verginità come una sorta di “certificato di garanzia” da consegnare al futuro marito. Gli uomini sono ovviamente altrettanto convinti di questo.
In questa “schizofrenia sociale”, si inseriscono finalmente le carote, ebbene sì! L’imam (guida spirituale) Zemzemi, altresì noto per una fatwa (parere di un dotto ma senza esecutorietà) datata circa un anno e che autorizzava il rapporto sessuale con la moglie (appena) morta, presenta le carote come un mezzo, soprattutto per le donne, per non cadere nel peccato di un rapporto prematrimoniale e preservare la propria castità. D’altronde, come il prominente imam aggiunge, la pratica della carota è ben documentata nella storia musulmana. Perché stupirsi dunque?! Per le donne che non vogliono cadere nel peccato ci sono quindi, l’astensione o la carota. Quanto agli uomini, la carota resta sempre consigliata ma più alternative sono possibili…
Al di là delle sparate di questo ʿālim (dotto musulmano), che hanno creato un bel polverone, ciò che emerge dai fatti è un paese, il Marocco, dove i giovani tra 15 e i 24 anni costituiscono il 20.5% della popolazione (secondo l’ultimo censimento del 2004) e il 31% ha meno di 14 anni.
I giovani costituiscono il potenziale di questo Paese e sono i protagonisti dei suoi cambiamenti. Sono loro il motore dello sviluppo e della promozione di un progetto di società moderna, democratica e rispettosa dei diritti umani. E’ perciò importante sostenere lo sviluppo della loro personalità e dare loro modo di esprimersi e capire che cosa vogliono da loro stessi e dagli altri. La questione del sesso prematrimoniale, vissuta in maniera sofferta, non è infatti altro che un aspetto della condizione di adolescenti e giovani che non hanno luoghi per poter socializzare - al di là della scuola o del bar - per conoscersi e per sviluppare normali relazioni umane di amicizia o semplice scambio di conoscenza.
E’ quindi importante promuovere luoghi di aggregazione per i giovani di entrambi i sessi, anche al di là della scuola e del lavoro per creare momenti di crescita personale, comprensione, valorizzazione e rispetto reciproci. Questo dovrebbe essere il ruolo delle istituzioni e delle associazioni che si occupano dei giovani, che non sono solo un corpo con bisogni carnali ma hanno prima di tutto l’esigenza di sviluppare la loro personalità nel rispetto di sé stessi/e, dei loro diritti e dei diritti dell’altro genere.
E questo è senz’altro l’impegno attuale di ProgettoMondo Mlal in Marocco, attraverso la realizzazione del progetto “Bambini in Viaggio che, sul tema della migrazione propone sempre la creazione di spazi di aggregazione, confronto e informazioni per glia adolescenti: le mediateche; e del progetto “La Forza delle Donne”, specificatamente dedicato alla formazione, informazione sui diritti delle giovani donne. La valorizzazione e il rispetto dei diritti delle donne non può prescindere dalla conoscenza di questi diritti, e senza conoscenza reciproca tra i sessi non si possono creare le condizioni per il rispetto dei diritti umani e della donna in particolare.

Sara Buzzoni
capo progetto Bambini in Viaggio
ProgettoMondo Mlal Marocco

giovedì 14 giugno 2012

Gli orti di Haiti festeggiano Slow Food

Gli orti comunitari di Haiti spengono le candeline del 26esimo compleanno di Slow Food a Marostica.
In occasione dell’anniversario della sua fondazione, l’associazione nata nel 1986 da Carlo Petrini per promuovere l’interesse per un cibo “buono, pulito e giusto”, oltre che in centinaia di piazze italiane, sabato 16 giugno (l'appuntamento che doveva svolgersi il 26 maggio è stato rimandato causa maltempo) sarà anche a fianco di ProgettoMondo Mlal Vicenza con il progetto Orti in condotta.
Il nostro aderente, e già cooperante Maurizio Radin, aprirà infatti le porte della sua fattoria sociale la Pachamama a Marsan di Marostica, in una splendida area a ridosso delle colline di San Benedetto in via Cobalchini 5.
Per tutto il pomeriggio di sabato, a partire dalle 16, bambini e genitori insieme, potranno sperimentare attività ludiche e didattiche tra orti e asini, gustare una gustosa merenda di prodotti tipici, e sostenere così le attività di ProgettoMondo Mlal per garantire prodotti freschi e sani per la mensa dei piccoli haitiani e per le loro famiglie.
Non è la prima volta che ProgettoMondo Mlal incrocia Slow Food.

L’attività sviluppata dalla Ong di Verona per contribuire, a partire dalle scuole, alla ricostruzione di Haiti dopo il terribile terremoto del 2010 (e insieme garantire un’alimentazione variata e costante alle comunità locali coinvolgendole direttamente), si è intrecciata con alcune scuole della provincia di Torino che, all’interno del progetto Orti in Condotta promosso da Slow Food, stanno realizzando orti scolastici biologici la cui vendita va a finanziare il progetto “Scuole per la rinascita”.
Adesso, il fiduciario della condotta di Vicenza, Oscar Graldi, ha accettato con entusiasmo coltivare il legame creatosi, e organizzare l’evento a Marostica.
Il ricavato della giornata sarà interamente devoluto a ProgettoMondo Mlal e indirizzato all’isola caraibica per quell’educazione al “buono, pulito e giusto” che in questo caso significa anche lotta per la sicurezza alimentare.

Alla Chievo Junior Cup per i bambini della periferia di Lima

Il progetto di solidarietà Chievo-Perù non va mai in vacanza. L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra A.C. ChievoVerona e ProgettoMondo Mlal, prosegue nelle iniziative di raccolta fondi su scala nazionale per sostenere i bambini e adolescenti di Amauta, una delle periferie più disagiate di Lima sorta negli ultimi vent’anni nella zona desertica che circonda la capitale peruviana.
Il 15, 16 e 17 giugno la solidarietà scenderà in campo con i ragazzini delle squadre giovanili delle società affiliate alla A.C. ChievoVerona, nell’ambito della manifestazione sportiva Chievo Junior Cup organizzata al Park Hotel Golf Club Paradiso di Peschiera del Garda.
Con la realizzazione di un campo sportivo multidisciplinare e il miglioramento degli spazi di aggregazione per i ragazzi di Amauta, il progetto Chievo-Perù si fa portavoce del calcio come strumento di partecipazione, riscatto, sviluppo, condivisione, e soprattutto di prevenzione dal mondo di violenza e disagio in cui molti di questi ragazzi vivono.
L’iniziativa è stata accolta a braccia aperte dalle società affiliate all’A.C. ChievoVerona, che hanno sposato subito la causa con contributi e partecipazione attiva alle iniziative. Tra loro: Chievo School ASD, A.C. Vigasio ASD, Hellas Monteforte ASD, Virtus Vecomp Verona ASD, AC Montagnana ASD, Pieve San Floriano Polisportiva ASD, Ass Calcio Monte Baldo, Paluani Life ASD, Mozzecane ASD, Pegaso ASD, Avio Calcio, A.C Lonigo ASD, Dorial ASD. Grazie a loro, all’Associazione Antara e agli altri amici che appoggiano Chievo-Perù, presto potranno cominciare i lavori nella periferia di Amauta.
Tra i tanti strumenti, utili a trasformare un gesto di solidarietà in risultato concreto, è anche in vendita presso le sedi dell’A.C. ChievoVerona e ProgettoMondo Mlal a Verona, o direttamente sul sito dell’A.C. ChievoVerona, una simpatica t-shirt creata in Perù con il logo del progetto.
Il gadget del Chievo-Perù, e altro materiale informativo, saranno esposti dal 15 al 17 giugno a Peschiera, e anche in questa occasione l’A.C. ChievoVerona e ProgettoMondo Mlal scenderanno in campo insieme per raccontare a genitori, società sportive, ragazzi e altri ospiti, il progetto Chievo-Perù e i progressi che sono stati fatti fino a oggi. Sarà infine l’occasione per ringraziare a voce tutte le realtà partner di questa ambiziosa avventura.

mercoledì 13 giugno 2012

Il 7 luglio ProgettoMondo Mlal ricorda Enzo Melegari

Coscienti della grande eredità di pensiero che il sociologo veronese Enzo Melegari, scomparso il 10 luglio del 2002, ci ha lasciato, vogliamo ricordarlo nel decimo anniversario della sua morte.
Enzo Melegari, tra i primi obiettori di coscienza italiani, pagò con anni di carcere la sua disubbidienza civile e dunque la scelta di partire per l’America latina dove, a cominciare dal Venezuela, portò la sua testimonianza di uomo e il suo impegno di volontario laico. Una scelta che riconfermò poi anche negli anni a venire con una militanza appassionata e complice con le comunità latinoamericane e un lavoro costante e convinto sul territorio italiano, prima come formatore, quindi come dirigente dell’allora Movimento laici America latina, infine come presidente di ProgettoMondo Mlal. Fu e resto punto di riferimento per molti fino all’ultimo giorno di vita.
I tanti amici lo ricorderanno anche con una messa in suffragio, sabato 7 luglio, nella parrocchia di Marzana (Verona), celebrata da don Giulio Girardello che per tanti anni è stato l’assistente spirituale del Mlal. L’appuntamento è alle 18.

martedì 12 giugno 2012

Ong italiane in Bolivia. Raccontate in un libro all'ambasciata

L’anniversario della Proclamazione della Repubblica Italiana è stato festeggiato anche in Bolivia, anche se con qualche giorno di ritardo a causa del concomitante svolgimento della OEA (Organizaciòn de los Estrados Americanos), momento di incontro e dibattito degli Stati del continente americano sulla tematica della sicurezza alimentare con sovranità.
Dunque, l’8 giugno, nella residenza a La Paz dell’ambasciatore italiano in Bolivia, Luigi De Chiara, si è tornati a ricordare il referendum popolare del 1948 con cui gli italiani hanno scelto la forma di governo per il nostro Paese.
La ricorrenza, festeggiata con vino boliviano e pizza “italiana”, ha offerto l’occasione per l’incontro tra i rappresentati della cooperazione italiana - UTL (unità tecnica locale), alcuni esponenti del mondo politico boliviano – come il ministro degli esteri, già presidente della repubblica, e il vice ministro per le relazioni estere - le delegazioni delle varie Ong impegnate sul territorio, le imprese private italiane inserite, o pronte ad entrare, nel mercato nazionale e i rappresentanti di altri Paesi.
L’evento è stato un’occasione importante soprattutto per il Coordinamento ONGs Italiane Bolivia (COIBO) che tra l’altro presentava, fresco di stampa, il libro “Las ONGs Italianas en Bolivia – Experiencias, Metodologìas y Reflexiones”. Una pubblicazione che documenta i principali progetti di cooperazione, svolti o in via di svolgimento, delle Ong italiane in Bolivia.
Il COIBO riunisce infatti 14 Ong italiane - tra cui ProgettoMondo Mlal - che cooperano nel Paese sudamericano in differenti settori. Il nostro Aurelio Danna, quale attuale coordinatore anche del COIBO, ha illustrato perciò le aree e la metodologia di intervento dei vari Progetti presentati: l’educazione, i diritti umani, la salute, il turismo, le piccole e medie imprese, lo sviluppo rurale, la gestione dell’acqua e le emergenze.
La presentazione fatta dal cooperante di ProgettoMondo Mlal ha poi messo in luce quelle che sono anche le linee strategiche attuate dall’associazione delle Ong in materia di sviluppo sostenibile del Paese, in relazione ai diversi ambiti di Progetto e sempre in cooperazione con autorità pubbliche e organizzazioni locali.
Infine, anche per ProgettoMondo Mlal l’incontro è stato un’ulteriore opportunità per esprimere i propri principi in tema di sviluppo locale e territoriale, interculturalità e solidarietà sociale.

Vanni De Michele
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Bolivia